“Reverse the red”.
Ovvero scendere – invece che salirli – i gradini della scala rossa che l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura usa per classificare il rischio di estinzione della biodiversità, rovesciando le cause che stanno portando le specie animali sull’orlo della scomparsa.
È questa la strada tracciata dal presidente dell’Associazione Mondiale Zoo e Acquari (WAZA) Theo Pagel, durante il suo intervento nella giornata conclusiva dell’undicesima edizione del Convegno Nazionale per la Ricerca nei Parchi, organizzato dal Parco Natura Viva di Bussolengo.
L’orizzonte è il 2030 e l’obiettivo è coordinare i parchi zoologici, le organizzazioni non governative e gli enti locali in una strategia globale.
“La conservazione – spiega il numero uno dei parchi zoologici del Mondo – è troppo spesso focalizzata a livello di progetto piuttosto che a livello di sistema e troppo spesso è afflitta da competizione per le risorse, mancanza di collaborazione e approcci individuali. Il risultato è che sempre più specie ed ecosistemi sono in pericolo, come ampiamente illustrato nel recente Global Biodiversity Outlook 5 (GBO-5), pubblicato dalla Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (CBD). Ciò di cui abbiamo bisogno è una speranza razionale, motivata da una visione chiara, solide partnership e il desiderio di fare della conservazione strategica e di successo un movimento globale”.
Ibis eremita in Spagna, panda rosso in Asia, bertuccia in Marocco, lemuri in Madagascar, tamarino edipo in Colombia: sono solo alcune delle buone pratiche che l’Italia, con il Parco Natura Viva, porta avanti da anni e che hanno offerto successi concreti di conservazione in campo.
A Cadice, sulla costa spagnola meridionale bagnata dall’Oceano Atlantico, oggi esistono 140 ibis eremita stanziali che prima delle reintroduzioni di esemplari allevati negli zoo, non volavano in natura. Questa specie è passata in pochi anni da “criticamente minacciata” a “minacciata”. In Nepal, senza gli acquisti di ettari forestali che possano garantire ai panda rossi (“minacciati” di estinzione”) di incontrarsi e riprodursi, sarebbe sparito molto del loro areale naturale e si sarebbe ridotto il numero delle loro popolazioni; come in Madagascar, dove la piantumazione di bambù ha concesso una speranza di sopravvivenza alle popolazioni di lemuri del bambù (“criticamente minacciati” di estinzione).
In Colombia, la deforestazione è combattuta dagli agricoltori stessi che, coinvolti nel progetto, creano corridoi naturali per scongiurare la frammentazione dell’habitat del tamarindo edipo, “criticamente minacciato” di estinzione. “L’obiettivo di “Reverse the Red” – conclude Pagel – è semplice ma ambizioso, dobbiamo invertire le tendenze che mostrano che stiamo spingendo il nostro ambiente sull’orlo del baratro”.