“Ho sempre rispettato l’operato del prefetto di Verona Salvatore Mulas, in particolare sul tema della lotta alle infiltrazioni mafiose sul territorio, ambito in cui i risultati conseguiti non hanno precedenti soprattutto se paragonati all’immobilismo precedente. Ma non posso accettare che in un momento così delicato e carico di tensioni sociali si scagli una “coltellata” al cuore di Verona”.
Michele Croce, candidato sindaco con la lista civica “Verona Pulita“, commenta la scelta della prefettura di aprire una casa per i profughi nella palazzina in via Pontida 22 a San Zeno che ospita gli uffici distaccati dello Sportello unico per l’immigrazione.
“Mi risulta che i locali, concessi in comodato gratuito per ben altri scopi, direzionali e non abitativi, siano stati ristrutturati e riammodernati. Ora spendere migliaia di euro per trasformarli in abitazioni è inopportuno e inasprisce gli animi di tutti, specie delle fasce deboli. Occorre che lo Stato torni a fare lo Stato, il Prefetto torni a controllare i fenomeni mafiosi anziché fare l’abergatore, il Sindaco intervenga e controlli questo indecente business dell’accoglienza (vedi nostra petizione) anziché accettare silente quanto sta accadendo”.