Stanno per iniziare a Rio de Janeiro le XXXI olimpiadi moderne e l’Italia sportiva attende trepidante l’inizio delle gare che si spera ci portino una pioggia di successi. Tra le discipline che in passato ci hanno dato grandi soddisfazioni c’è la Canoa Slalom, basta ricordare che quattro anni fa a Londra Daniele Molmenti vinse l’oro e che l’attuale allenatore della nazionale Pierpaolo Ferrazzi vinse l’oro a Barcellona nel 1992 e il bronzo otto anni dopo a Sidney.
Mi scuso con i lettori, perché diventerò autocelebrativo, ma nelle medaglie di Ferrazzi e del suo allievo Molmenti c’è un po’ di merito anche di chi scrive, visto che era l’inverno del 1985 e in piscina a Verona c’era un ragazzino che doveva imparare l’eskimotage (raddrizzarsi quando la canoa si capovolge, senza uscire dalla stessa) ed era proprio il futuro campione ed allenatore; qualcosa gli ho insegnato, poco, ma un pezzetto delle loro medaglie e anche mio.
Quest’anno a difendere i colori azzurri tra le onde del percorso di gara sul canale artificiale di Rio de Janeiro non ci sarà Molmenti, ma due bresciani: Giovanni De Gennaro, del Corpo Forestale, e Stephanie Horn, della Marina Militare, tedesca naturalizzata italiana come l’indimenticabile pluricampionessa Josefa Idem. Ma ci sarà anche un veronese, Ettore Ivaldi, allenatore della squadra brasiliana; ha un compito difficile, guida la squadra di casa dalla quale il pubblico pretende grandi risultati. Quest’inverno Ivaldi mi diceva che i ragazzi carioca danzano benissimo sulle onde amiche, ma difettano di grinta, ma lui grinta ne aveva tanta quando gareggiava con la Nazionale e sicuramente in questi mesi è riuscito a trasmetterla ai suoi atleti.
Perciò da domenica chi vorrà seguire le gare di canoa slalom avrà solo l’imbarazzo della scelta: tifare per gli azzurri, ma un po’ anche per i verde-oro…
Lorenzo Dalai