L’inverno è il periodo in cui la cucina riscopre sapori tipici anche nel nostro territorio. Ritorna quindi, dal 9 al 26 di Novembre, al Palariso di Isola della Scala, la 17ª edizione della Fiera del Bollito con la Pearà, una festa tutta veronese dedicata ad un piatto davvero sfizioso tipico del nostro territorio.
Saranno le diverse macellerie veronesi a prepararlo sempre seguendo la logica della filiera corta, un marchio che contraddistingue gli eventi isolani.
Ma oltre alla pearà si potranno degustare molti altri piatti tipici dell’autunno come le tagliatelle con i fegatini, le trippe, i tortelli di zucca e per concludere il castagnaccio senza mai dimenticare il risotto all’isolana.
L’inaugurazione sarà giovedì 9 novembre, durante la quale si terrà anche la terza edizione del concorso Gran Brulé. Protagoniste alcune Pro Loco scaligere pronte a sfidarsi nella preparazione della tipica bevanda dei mesi freddi con vini del nostro territorio. Il concorso è organizzato in collaborazione con Unpli Verona.
Il programma della Fiera prevede, inoltre, diversi spettacoli gratuiti.
Visti numeri delle passate edizioni, la manifestazione, quest’anno, verrà ampliata con una tensostruttura riscaldata adiacente al Palariso che ospiterà una fiera campionaria e un’area spettacoli e minigolf.
La Fiera del Bollito con la Pearà sarà aperta tutti i giorni.
A pranzo dei feriali gli stand prepareranno bolliti e pearà, risotto all’isolana e altri primi e secondi a giorni alterni.
A cena e la domenica anche a mezzogiorno, verrà proposto il menù completo.
Come nelle precedenti edizioni, la qualità di bolliti e pearà sarà verificata da un’apposita commissione di controllo che, durante l’evento, degusterà e valuterà i piatti serviti dalle diverse macellerie.
L’ingresso è ovviamente.
Per coloro che sono più curiosi ecco la ricetta:
Descrizione della ricetta
La pearà è una delle ricette del Veneto più note. Il termine pearà in veneto significa “pepata”. La pearà è una salsa fatta principalmente con pane grattugiato, midollo di bue, burro, brodo di carne e pepe in abbondanza. Per una realizzazione perfetta è fondamentale una lenta e lunga cottura (anche 2 o 3 ore).
Questa salsa è tradizionalmente accompagnata al bollito misto (manzo, lingua e cotechino), detto anche lesso.
Non è una ricetta espressamente natalizia, tuttavia è sicuramente una ricetta invernale e nei pranzi di Natale è perfetta per accompagnare i bolliti!
Un po’ di storia o leggenda
Le origini del piatto, sicuramente povero e agricolo sono ovviamente ignote (come del resto si può dire di quasi tutte le ricette). Sembra che questa salsa affondi le sue radici nella leggenda. Alcuni dicono che fu il cuoco di Alboino, re dei Longobardi, a inventarla perché aveva bisogno di un cibo in grado di ridare forza a Rosmunda, la moglie del re, che si stava lasciando morire di fame in seguito all’assassinio del padre.
Qualcuno ipotizza che fosse stato lo stesso Alboino a far uccidere il padre della moglie e che avesse ordinato al cuoco di servire la salsa alla regina nel cranio del padre (celebre la frase: “Bevi o Rosmunda nel cranio di tuo padre”).
Di sicuro si sa che, assieme al lesso, la pearà era l’alimento principale delle famiglie povere. Nella seconda metà dell’Ottocento, per l’impoverimento generalizzato del Veneto in seguito all’unità d’Italia, il bollito, e quindi anche la pearà, venne introdotto nei menù dei nobili, sdoganando così l’immagine e la diffusione del piatto.
Dal dialetto veronese: “par ‘na bona pearà ghe vol pan vecio, la miola de bò, brodo bon e che la pipa almanco do ore“. (Per una buona pearà servono pane vecchio, midollo di bue, brodo buone, ed almeno due ore di cottura).
Per uno sfizio in più https://www.youtube.com/watch?v=LdVboTK3Qa0