L’Associazione Tutela della Lessinia si è già espressa in passato a favore dell’emendamento, approvato in Consiglio Regionale, che offre l’opportunità alle Amministrazioni Comunali di concerto con la Giunta Regionale di ridefinire la zonizzazione del Parco Naturale della Lessinia perché riteniamo sia un passo avanti verso quelle esigenze di semplificazione e rimozione di vincoli e burocrazia inutili manifestate da tempo da chi interagisce attivamente con il territorio interessato. Abbiamo individuato ben undici motivi per cui una nuova zonizzazione, adeguatamente valutata ed elaborata dalle amministrazioni coinvolte, potrebbe essere una buona occasione per venire incontro ad alcune necessità che riteniamo urgenti per la tutela del nostro territorio:
1)L’area su cui insiste il Parco Naturale della Lessinia è per la gran parte privata, sulla quale i legittimi proprietari sono tenuti a espletare gli adempimenti previsti dalla legge (in primis quelli fiscali), dalle quale si aspettano una rendita. Rendita, necessaria a motivare e finanziare gli investimenti che un territorio rurale ha bisogno, che oggi è in parte compromessa da vincoli e burocrazia inutili sotto ogni aspetto.
2) L’idea diffusa secondo la quale la Lessinia, plasmata dal lavoro secolare degli uomini che la abitano, dovrebbe essere “salvata” dall’operato degli uomini stessi per compensare la distruzione fatta dall’uomo altrove è evidentemente irrazionale: la tutela dell’ambiente nel suo complesso parte da regole sensate, specifiche per ogni territorio atte a promuovere la sostenibilità delle attività in loco.
3) La possibilità di intervenire attraverso il prelievo venatorio su specie invasive e dannose è fondamentale per ripristinare un certo equilibrio che spesso tende ad alterarsi, impedendo all’uomo di portare avanti con redditività le proprie attività e di consentire uno sviluppo armonioso delle varie specie selvatiche. L’attuale zonizzazione e le relative regole impediscono le pratiche di prelievo in molte aree utili. Non da ultimo riteniamo necessario sostenere l’attività dei cacciatori che, a differenza degli “ambientalisti della domenica”, si rivelano essere profondi conoscitori dell’ambiente e dei suoi abitanti selvatici fornendo informazioni molto utili per una gestione sensata del territorio.
4) Gli attuali confini del Parco sono stati evidentemente fatti per soddisfare più che altro delle esigenze politiche invece di essere messi in funzione delle omogeneità territoriali causando gestioni diversificate di areali del tutto simili.
5) La Lessinia, a dispetto dell’appellativo “Naturale” a nostro avviso indebitamente attribuito, è mantenuta tale soprattutto dall’operato di attività economiche, che in quanto inserite in un’economia di mercato (anche se fortemente distorta) ha l’esigenza di progredire e di adeguarsi alle necessità emergenti di natura economica ma anche normativa, adeguamento spesso ostacolato o impedito da una regolamentazione rigida, modificabile solo con procedure lente e farraginose atta a contrastare in maniera decisa o addirittura impedire in modo assoluto l’ampliamento e la costruzione di nuovi fabbricati, strade e altre infrastrutture di vario genere, anche nel doveroso rispetto delle tecniche architettoniche tradizionali.
6) Occorre opporsi in maniera decisa all’atteggiamento ricattatorio che stanno assumendo le fonti di finanziamento legati ai Piani di Sviluppo Rurale. Il Parco dovrebbe essere di per sé trasparente in merito al finanziamento di attività rurali, soprattutto nella nostra situazione in cui i confini sono incoerenti con le peculiarità territoriali. Risulta inaccettabile che due aree di fatto identiche se non per l’appartenenza a un Parco Naturale debbano essere finanziate in modo diverso per quanto riguarda le attività agricole produttive ad esse applicate.
7) Le attività di valorizzazione e nello specifico l’ottenimento di riconoscimenti da parte di vari organismi (e i loro risvolti pratici) non sono legati alle dimensioni dell’area o dal fatto che sia Parco o meno ma prescindono soprattutto dall’omogeneità del territorio coinvolto, di sicuro con l’attuale perimetrazione e zonizzazione il Parco in sé non soddisfa questo prerequisito.
8) La richiesta di una nuova zonizzazione è evidentemente sostenuta a livello locale e la Regione attraverso l’approvazione dell’emendamento in oggetto ha deciso di condividere le scelte con le amministrazioni Comunali. Ci auguriamo che non intervengano leggi calate dall’alto e soprattutto da lontano a fermare questo processo di revisione.
9) I Sindaci che amministrano la quasi totalità dell’area coinvolta da revisione, quali rappresentanti del territorio in virtù di una regolare elezione, hanno sostenuto da subito l’iniziativa.
10) L’astio e la repulsione nei confronti del Parco da parte di buona parte della popolazione della Lessinia non può più essere trascurata, occorre cercare di ricucire almeno in parte i rapporti attraverso una gestione più razionale e condivisa.
11) Il portare a buon fine l’operazione di zonizzazione sarebbe un segnale di forza e determinazione della politica locale e Regionale indispensabile per iniziare a colmare i pericolosi vuoti amministrativi presenti e passati. Vuoti che hanno già dato troppo spazio a chi da fuori e da lontano intende imporre politiche astratte, sconclusionate e distanti dalle reali necessità basate su posizioni preconcette e ideologiche, permettendosi spesso e volentieri di inquinare con della mera propaganda un dibattito già difficile. Le realtà produttive già messe a dura prova dalla crisi generale e in particolare del settore zootecnico e caseario hanno invece bisogno di un adeguato sostegno attraverso politiche sensate, coerenti ed uniformi, pertanto invitiamo le Amministrazioni coinvolte, nelle quali riponiamo la nostra fiducia, ad affrontare il confronto con razionalità.
Associazione Tutela della Lessinia