Da osservatore del territorio cittadino verifico i comportamenti positivi che i concittadini dovrebbero confermare. Osservo ed aspetto. Osservo e penso. Vedo il posizionamento delle telecamere A.M.I.A, inizialmente e superficialmente criticate per il sospetto alla violazione delle privacy, che ha invece debellato il deposito sfrenato di ogni avanzo urbano nelle vicinanze dei cassonetti. I veronesi ed i vicini di città erano abituati ad abbandonare elettrodomestici, vecchio mobilio scartato per ristrutturazione abitativa attorno alle navette, come se quel luogo fosse per diritto un’isola ecologica smart, incuranti del contesto urbano e delle regole civili. Ma l’occhio elettronico investigativo dell’ente obbliga ed educa alla correttezza. Osservo e giudico. Osservo che per due mesi all’incrocio fra via Monreale e via Crotone, sull’angolo nei pressi dell’ex antenna radiomobile, spariscono tutti i rifiuti non permessi e l’ordine ritorna solenne. Giudico invece che rimossa la telecamera a palo, per una decisione assolutamente non comprensibile , si è ritornati immediatamente a logica stile Kabul. Ammassi di cianfrusaglie post guerra atomica sono ritornati sul posto come Pasdaran riemergono dai tunnel scavati a protezione del disordine urbano.
Repressione uguale educazione, educazione uguale civiltà. Civiltà libera la repressione.
In che fase siamo?
Capitan Kappler