Il presidio ospedaliero di Malcesine è stato riconosciuto, ai sensi dell’articolo 4 del d.l. 28 agosto 1997 n. 281 tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, centro di riferimento nazionale per lo studio e la cura degli esiti tardivi della poliomielite. Purtroppo ora solo sulla carta: attualmente, infatti, vive una criticità irrisolta che Denis Montagnoli, presidente e legale rappresentante dell’Associazione Interregionale Disabili Motori AIDM-Onlus con ivi sede – sta denunciando a voce alta: “un centro, per molti anni, punto di riferimento non solo per i pazienti poliomielitici, ma per tutti i residenti e non dell’alto Garda, da diversi anni versa nel più totale abbandono da parte delle istituzioni, diventando una struttura al limite della legalità. Chiuse le sale operatorie, chiusi e abbandonati i poliambulatori, un pronto soccorso che presta solo i servizi più elementari, personale medico e infermieristico al collasso, incompetenze, mancanza di coordinamento tra medici. Un intero reparto è inattivo da gennaio 2017“.
Con lei, ricostruiamo lo “storico” della vicenda: “I lavori per l’adeguamento dell’impianto antincendio al 2° piano del padiglione A sono iniziati lo scorso gennaio e i pazienti – una ventina circa – sono stati trasferiti al padiglione B, in riva al lago, non dotato di piscina, in quanto quest’ultima è situata al 1° piano del padiglione A: va detto che essa è indispensabile ed essenziale per il trattamento dei pazienti colpiti da poliomielite; il problema si è tamponato utilizzando un pulmino non in regola per il trasporto dei disabili, successivamente messo a norma su mia richiesta esplicita. A neppure un mese dall’inizio dei lavori, recandomi ogni settimana in ospedale dove ha sede l’associazione che presiedo, mi sono accorta che non c’era nessun movimento di operai al lavoro, nessun cartello di cantiere. Ho chiesto notizie al personale infermieristico, visto che era stato posto lo scotch sul pulsante dell’ascensore che indicava il 2° piano e accedere alle scale mi risulta difficoltoso; oltretutto, davanti alla porta del piano in questione, era stato posto un pannello per vietarne l’accesso. Cercate più volte, tramite mail, spiegazioni al direttore generale, ho ricevuto un’unica laconica risposta: “E’ stata fatta una delibera dalla direzione sanitaria, ora si sta aspettando l’approvazione dalla Regione Veneto”. Tramite il giornalista Emanuele Zanini del quotidiano L’Arena, ho denunciato la situazione di grave stallo che stava creando non pochi disagi ai pazienti ed al personale dell’ospedale; ho, quindi, telefonato in Regione, chiedendo un appuntamento, ma mi hanno detto che avrebbero dato la massima urgenza per l’approvazione… questo ai primi di giugno di quest’anno! Ho nuovamente scritto, spazientita, al direttore generale, ma senza ottenere alcun riscontro“.
Montagnoli, anche socia di Blindsight project, a cui si è rivolta per avere ulteriore supporto nel diffondere conoscenza della deplorevole, ha documentato fotograficamente il degrado, a suo rischio e pericolo: “sono disabile e mi appoggio ad un bastone; all’uscita dell’ascensore sono stata bloccata da un pannello di compensato che impediva il passaggio, ma con il “sedere” l’ho spostato, mi sono avventurata tra vari calcinacci e arnesi ed ho scattato le foto che testimoniano come la struttura stia cadendo a pezzi“.
Non ci sono cartelli di cantiere esposti, Denis dunque ha ritenuto necessario constatare la reale situazione per renderne conto ai 1000 soci AIDM, oltre che a pazienti che, quotidianamente, le pongono domande alle quali non può dare risposta, non avendone, a sua volta, dagli enti interessati. Il direttore generale dell’azienda Ulss 9 Scaligera, Pietro Girardi, interpellato dall’AIDM, lo scorso giugno, aveva risposto – come sopra narrato – che il progetto per procedere con i lavori per l’antincendio era appena stato deliberato ed era in attesa di approvazione dalla Regione.
“Ho deciso di vedere io stessa come si presentava il 2° piano: poichè non c’era nessun cartello di “LAVORI IN CANTIERE”, come da normativa di legge, ho preso l’ascensore (un pezzo di scotch poteva essere stato messo da chiunque e chiunque avrebbe potuto premere quel tasto) e, aperte le porte e spostato il pannello di compensato, sono stata travolta dall’amarezza nel vedere calcinacci, letti, poltrone in mezzo alla polvere ed ai detriti, in totale abbandono. Ho fotografato ogni particolare: documentare ritengo faccia parte del mio compito di presidente di una associazione sorta per tutelare i diritti dei disabili motori e qui si sta calpestando ogni diritto, ogni indispensabile informazione. Dalla delibera in merito all’adeguamento antincendio emerge che i lavori inerenti devono essere svolti in 3 fasi, ma se ogni fase subisce dei fermi lavoro per mesi, mi chiedo quanto si andrà avanti!“.
Il quadro che ne risulta? “L’intera struttura del padiglione A versa in condizioni vergognose: serramenti che cadono a pezzi, bagni in ogni camera non rispettosi delle norme relative alle barriere architettoniche, docce con seggiolini rotti, alcuni inesistenti; e ancora porte rotte, finestre senza maniglie, caldo soffocante nei periodi estivi per mancanza di areazione forzata… la lista potrebbe proseguire“. Adeguamento antisismico? “E’ stata fatta una delibera, ma non risulta siano stati fatti lavori in merito“.
Come si è arrivati a questo stato di abbandono? “Me lo chiedo spesso: indubbiamente disinteresse da parte delle istituzioni, forse perchè la posizione invidiabile in tal zona del lago (Val di Sogno) fa “gola” a molti, forse perchè la poliomielite si considera debellata e chi purtroppo ne porta ancora i segni sulla propria pelle non viene considerato degno di attenzione… questo stato di cose ne è la prova. Forse per speculazioni? I perchè sono molteplici ed ognuno non giustificabile, ma lesivo delle persone che vivono con dignità e coraggio una situazione di disagio e devono lottare ogni santo giorno con una “sanità” che sa solo togliere, risparmiare sulle categorie dei più deboli e non guarda in faccia nessuno“.
Denis Montagnoli è presidente dell’associazione dal 21 aprile 2016: “Mi sono trovata ad affrontare una situazione molto pesante e carica di responsabilità, ci sto mettendo tutto il cuore, oltre al tempo ed alle fatiche fisiche, in quanto io stessa portatrice di handicap per esiti di poliomielite dall’età di 15 mesi. Ho visto nascere questo ospedale, medici che dedicavano la loro vita con dedizione e con grande umanità. Continuerò a lottare per questo con tutte le mie forze!”.
AIDM è l’unica associazione italiana membro attivo dell’organizzazione europea EPU-European Polio Union ed ogni anno partecipa a convegni internazionali; la presidente racconta di aver ricevuto la proposta, da parte dell’EPU, di organizzare un meeting a livello mondiale proprio nella struttura di Malcesine, “ma abbiamo dovuto rifiutare, in quanto non sarebbe certo edificante presentare una situazione simile di degrado e di abbandono“.
Quali provvedimenti sono in atto? “Stiamo lavorando unitamente al Comune di Malcesine per poter salvare e riqualificare questo ospedale, per anni, ribadisco, centro di eccellenza per pazienti italiani ed esteri. AIDM, nella prossima assemblea generale, sabato 9 settembre, riporterà la questione in primo piano, ma le risposte che chiediamo dall’esterno non arrivano ancora. Della situazione ho interessato pochi giorni fa anche il Comune di Verona, durante un colloquio con l’assessore ai Servizi Sociali, Stefano Bertacco, che si è dimostrato profondamente colpito e amareggiato da questa situazione, a lui sconosciuta, ed ha promesso il suo interessamento presso le istituzioni, l’Ulss9 Scaligera, la Regione Veneto. Di questo lo ringrazio infinitamente: almeno qualcuno sta raccogliendo la nostra voce“.