La Commissione (Quinta) Sanità del Consiglio regionale del Veneto, nella seduta del 19 maggio scorso ha dato, a maggioranza, il proprio via libera al nuovo percorso di formazione per Operatori Socio Sanitari (OSS) con competenze di ambito infermieristico. In arrivo i ‘Super OSS’
La Commissione, dopo aver ascoltato i rappresentanti della categoria, degli ordini e degli enti di assistenza, compresa l’associazione nazionale “Io sono OSS”, ha approvato il nuovo percorso di formazione per Operatori Socio Sanitari da inserire nelle case di riposo e nei centri diurni per anziani con compiti esecutivi a supporto delle figure infermieristiche.
L’obiettivo è quello di formare 510 OSS specializzati, con competenze aggiuntive rispetto al tradizionale profilo, in modo da rispondere alle esigenze delle strutture assistenziali per anziani messe in difficoltà dalla gestione della pandemia e dalla fuga degli operatori verso la sanità pubblica. Il nuovo percorso formativo sarà di 400 ore e verrà organizzato da Azienda Zero, con il supporto della Fondazione Scuola di sanità pubblica e in collaborazione con le Aziende Sanitarie del territorio per i tirocini.
Per l’Assessore alla Sanità Regionale Manuela Lanzarin «Si tratta di una figura che non va a sostituire quella degli infermieri e che andrà ad integrare la rete delle figure assistenziali, come già sperimentato in altre regioni, come Liguria, Toscana e Sardegna, e a qualificare il livello di assistenza del sistema pubblico-privato». I nuovi “Operatori Socio-assistenziali specializzati” saranno formati alla rilevazione di parametri e funzioni, alla somministrazione di farmaci per via intramuscolare o sottocutanea, alla sorveglianza nelle infusioni, all’alimentazione ai pazienti che sono nutriti per via enterale, all’assistenza ai pazienti tracheostomizzati o con stomìe.
Il costo del percorso per OSS con formazione complementare è stato quantificato in 700 euro pro capite, e saranno a carico delle Aziende Sanitarie (tirocini) e del Datore di lavoro. Ma non è esclusa la possibilità che possa provvedervi, in alternativa, il singolo partecipante.
Insieme al percorso formativo teorico-pratico per i “super OSS” il provvedimento in esame prevede anche un corso di formazione per gli Infermieri che guideranno e affiancheranno gli “OSS specializzati” nell’inserimento nelle strutture residenziali e semiresidenziali per anziani.
Per i rappresentanti delle opposizioni, che non hanno partecipato al voto, il nuovo profilo assistenziale nasce in un quadro di incertezza giuridica, senza inquadramento retributivo e contrattuale.
«Attorno alla figura degli Operatori Socio Sanitari va fatto un lavoro di riordino serio e condiviso del loro profilo professionale e della loro formazione. Altrimenti, come nel caso di questo provvedimento di Giunta, il rischio è di incorrere in vertenze e impugnazioni che inasprirebbero il clima e aumenterebbero i problemi per le strutture». Questa la presa di posizione dei Consiglieri regionali di opposizione e componenti della Commissione Politiche Sociosanitarie Anna Maria Bigon e Francesca Zottis (Partito Democratico), Elena Ostanel (il Veneto che Vogliamo), Erika Baldin (Movimento 5 Stelle) e Arturo Lorenzoni (Gruppo misto), a margine della seduta che aveva all’ordine del giorno l’illustrazione del Parere alla Giunta regionale n. 163 del 14 aprile 2022 “Approvazione percorso di ‘Formazione complementare in assistenza sanitaria dell’Operatore Socio-Sanitario’ e delle modalità organizzative di attuazione dei corsi di formazione”.
«Se da un lato – spiegano i Consiglieri – è positiva la convocazione delle audizioni che devono essere fatte sia con gli ordini che con le rappresentanze sindacali, permangono tuttavia forti dubbi sull’applicabilità della delibera. La strada maestra è, a nostro avviso, quella di una riforma in materia, già peraltro prevista dal disegno legge attualmente in discussione al Senato e presentato dall’On. Paola Boldrini. Deve essere inoltre prioritario l’aumento del numero di posti nei percorsi universitari degli infermieri ed è indispensabile che la formazione non sia slegata dagli aspetti contrattuali e relativi all’organizzazione del lavoro. Serve insomma una valorizzazione a tutto campo delle figure sanitarie e sociosanitarie – concludono i Consiglieri – e non un’operazione emergenziale che rischia di produrre ulteriori criticità».
A tali osservazioni l’Assessore Lanzarin ha replicato ricordando come l’istituzione dei nuovi corsi a competenze rafforzate sia coperta da disposizioni normative e dal futuro riconoscimento nella contrattazione nazionale con Aran.
La Presidente della Commissione Sanità, Sonia Brescacin, ha invece evidenziato come la nuova figura professionale vada a valorizzare le competenze degli operatori socioassistenziali che operano nei centri per anziani e per non autosufficienti e ad integrare il ruolo degli infermieri e dei caregiver, nel pieno rispetto del principio della sicurezza delle cure.
Ricordo per completezza di informazione che la sezione Terza del TAR del Veneto nell’Ordinanza del 18 maggio 2022 ha disposto il rinvio della trattazione della causa alla Pubblica Udienza dell’1 dicembre 2022 relativamente al ricorso proposto da: Federazione Nazionale degli Ordini Professioni Infermieristiche – Fnopi, Ordine delle Professioni Infermieristiche di Belluno-Padova-Rovigo-Treviso-Venezia-Verona-Vicenza contro la Regione del Veneto per l’annullamento della deliberazione della Giunta regionale del Veneto 16 marzo 2021, n. 305, BURV 2 aprile 2021 n. 45, avente per oggetto “Approvazione del percorso di “Formazione complementare in assistenza sanitaria dell’Operatore Socio-Sanitario” e modalità organizzative di carattere generale. L.R. 20/2001 – Accordo stipulato il 16 gennaio 2003 tra il Ministro della Salute, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano”, nonché dell’allegato A alla predetta deliberazione avente per oggetto “Percorso di formazione complementare in assistenza sanitaria dell’operatore socio sanitario”.
Alberto Speciale