Dopo il provvedimento “anti disturbo dell’attività venatoria dei cacciatori” inserito nella L.R. Veneto 1/2017, peraltro cassato dalla Corte Costituzionale con la Sentenza 148/2018 (qui nostro articolo), la Regione Veneto insiste sul sentiero della caccia. E lo fa letteralmente “spianando la strada” ai cacciatori dando il via libera ai fuoristrada nelle aree di pregio di montagna.
Mercoledì 24 ottobre la Terza commissione permanente del Consiglio regionale del Veneto ha di fatto concluso l’esame di due Progetti di legge previsti all’ordine del giorno dell’organismo consiliare, ovvero il PdL che riunisce una serie di proposte di modifica e integrazione della L.R. n. 14/1992 “Disciplina della viabilità silvo-pastorale”, e il cui testo base è formato dal PdL n. 337, primo firmatario il Consigliere Gianpiero Possamai (Lega Nord), nonché il PdL n. 368 “Misure di prevenzione e di intervento concernenti i grandi carnivori” primo firmatario Nicola Finco (Lega Nord). Adesso il Progetto di Legge sarà trasmesso alla Prima e alla Seconda commissione che esprimeranno il parere di competenza.
Secondo il Presidente della Commissione Berlato “La nuova normativa in materia di viabilità silvo-pastorale non fa che confermare l’esonero dei divieti di circolazione dei mezzi motorizzati ad alcune categorie di persone aventi titolo, tra le quali vi sono, solo a titolo esemplificativo, gli esercenti di attività turistiche, ricettive o di ristorazione, ma anche i titolari di appostamento a uso venatorio. Si tratta, in sostanza, di ratificare un fenomeno che già avviene attraverso permessi rilasciati dai comuni di poter transitare su questa viabilità: quando le nuove disposizioni entreranno in vigore, tuttavia, tutti i comuni seguiranno una modalità unica al fine di evitare disomogeneità sul territorio della Regione”.
Di diverso avviso l’opposizione che per bocca di Andrea Zanoni (PD) dichiara che “La maggioranza a trazione leghista conferma che il Veneto è una Regione calibro 12. Oggi con i voti favorevoli di Lega, Lista Zaia e Fratelli d’Italia e il nostro netto ‘no’, è stata approvata una legge sulla viabilità silvopastorale che introduce una lunghissima sfilza di deroghe al divieto di transito nei sentieri, sulle mulattiere di collina e montagna. In particolare potranno accedere con mezzi motorizzati i cacciatori che attuano la caccia di selezione, devono recuperare animali anche solo ipoteticamente feriti, e tutti coloro che esercitano la caccia da appostamento fisso e precario, da appostamento per la caccia agli ungulati e ai colombacci. Un provvedimento sbagliato, contro gli interessi della montagna, dei montanari e degli escursionisti; una norma volta a tutelare i fragili equilibri di aree a grande valenza ambientale viene violentata e portata a misura delle necessità di chi vede la montagna attraverso il mirino di una doppietta seduto su un fuoristrada”.
Le modifiche proposte, se approvate in Consiglio Regionale, consentiranno ai cacciatori di transitare indisturbati con i loro fuoristrada su sentieri, mulattiere, prati, pratipascoli, boschi, tracciati degli impianti di risalita e tracciati delle piste da sci, percorsi che sino ad oggi non erano accessibili, se non ai residenti e agli addetti ai controlli.
Staremo a vedere se la modifica proposta verrà, anche questa volta, giudicata in contrasto con gli standard minimi di tutela stabiliti dalla legislazione statale, con conseguente violazione dell’art. 117, comma 2, lett. s) della Costituzione, atteso che la Regione non può prevedere soglie di tutela inferiori a quelle dettate dallo Stato, mentre può, nell’esercizio di una sua diversa potestà legislativa, prevedere eventualmente livelli maggiori di tutela, che presuppongono logicamente il rispetto degli standard adeguati ed uniformi fissati nelle leggi statali.
Alberto Speciale
PIANO DELLA VIABILITÀ SILVO-PASTORALE Comunità della Lessinia del 27/03/2018.