Il primo passaggio per la creazione della Guardie ecologice volontarie (Gev) anche nella Regione Veneto, tra le Regioni che ad oggi non ha approvato nessuna normativa al riguardo, è stato fatto. Il successivo sarà l’approvazione dei Progetti di legge da parte del Consiglio regionale. Ma chi sono e quali sono i compiti in attribuzione alla Gev? Il servizio volontario di vigilanza ecologica è pensato per favorire la formazione di una cittadinanza attiva e consapevole verso l’ambiente, di rispetto e di interesse per la natura, la biodiversità e il territorio, per la loro tutela e per una gestione razionale e sostenibile delle risorse ambientali, improntate sui principi di precauzione e prevenzione
La Prima commissione permanente del Consiglio regionale del Veneto ha incontrato lo scorso 14 maggio in audizione i portatori d’interesse in ordine ai Progetti di legge (Pdl) di iniziativa consiliare n. 215, presentato nel 2023 dalle consigliere di minoranza Guarda Cristina (prima firmataria) e Baldin Erika e n. 256 , presentato nel 2024 dalle consigliere e consiglieri di maggioranza Cestaro Silvia (prima firmataria), Piccinini, Bisaglia, Cavinato, Cecchetto, Dolfin, Pan, Rizzotto, Sponda, Finco, Puppato e Vianello) che disciplinano l’attività delle Guardie ecologiche volontarie (Gev). Sono stati invitati a partecipare l’Anci, l’Anpci (Associazione Nazionale Piccoli Comuni) e l’Uncem Veneto, le Regole d’Ampezzo (Ente gestore del Parco Nazionale delle Dolomiti d’Ampezzo), la Legambiente Veneto e la Federazione dei Raggruppamenti delle Guardie ecologiche volontarie (Gev) dell’Emilia-Romagna.
In mancanza di una disciplina legislativa regionale che regolamenti tale servizio, le due proposte di legge (che sono state unificate), prevedono, in sintesi, compiti, doveri e poteri sanzionatori delle guardie ecologiche volontarie, le funzioni degli enti preposti all’organizzazione del servizio di vigilanza ecologica, il percorso di formazione e aggiornamento, e la possibilità di istituire un centro di livello regionale per il confronto e la consultazione tra i vari livelli di governo interessati. L’esame dettagliato dei Pdl continuerà nel corso delle prossime sedute.
Ma chi sono le Guardie Ecologiche Volontarie? Sono cittadine e cittadini che, volontariamente e gratuitamente prestano un servizio per la tutela dell’ambiente dopo aver frequentato appositi corsi di formazione e dal superamento dell’esame di idoneità, propedeutici entrambi alla successiva nomina a titolo di guardia giurata effettuata dal Prefetto e al decreto d’incarico presso l’ente organizzatore per il quale svolgeranno servizi. Le guardie rivestono, nei limiti delle funzioni svolte, la qualifica di pubblico ufficiale verificando il rispetto della normativa ambientale, l’applicazione dei regolamenti comunali e delle ordinanze sindacali finalizzate alla tutela dell’ambiente, esercitando funzioni di accertamento e sanzionatorie. Collaborano con gli enti organizzatori del servizio, integrando la propria attività volontaristica con quella della pubblica amministrazione organizzando momenti formativi di educazione ecologica con le scuole e con la cittadinanza. Esercitano poteri di accertamento sulla salvaguardia della flora e della fauna, sulla disciplina di Parchi regionali e riserve, sugli scarichi nei corsi d’acqua, sullo smaltimento e abbandono dei rifiuti. Pensiamo solo, ad esempio, alla potestà di accertamento per le violazioni amministrative relative alla materia ambientale su abbandono e combustione rifiuti.
Il servizio volontario di vigilanza ecologica è istituito per favorire la formazione di una coscienza civica di rispetto e di interesse per la natura, la biodiversità e il territorio, per la loro tutela e per una gestione razionale e sostenibile delle risorse ambientali, improntate sui principi di precauzione e prevenzione richiamati dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale).
Per divetare Gev è necessario: a) essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea; b) godere dei diritti civili e politici; c) non avere subìto condanne penali definitive; d) possedere i requisiti fisici, tecnici e morali che la rendono idonea al servizio; e) essere maggiorenne e avere massimo 70 anni alla data di iscrizione al corso di formazione; f) frequentare i corsi di formazione ed effettuare l’addestramento pratico; g) superare l’esame teorico-pratico davanti alla commissione regionale di cui all’articolo 8;
Il servizio volontario di vigilanza ecologica è organizzato con criteri unitari per l’intero territorio regionale, prestato in forma personale e gratuita, salvo il rimborso delle spese autorizzate e non dà luogo alla costituzione di rapporto di lavoro.
Pur non facendo parte del ruolo organico (personale) le Gev fanno parte della Pubblica Amministrazione per conto della quale operano, con cui intrattengono un rapporto di servizio (non di lavoro) a titolo onorario e gratuito. Ad oggi sono 13 le regioni ad essersi dotate della normtiva che disciplina le GEV la prima è stata la Lombardia nel 1980 a seguire il Piemonte (dal 1982), Emilia-Romagna (1989), Liguria (1990), Marche (1992), Umbria (1994), Abruzzo (1995), Toscana (1998), Basilicata (2000), Puglia (2003), Campania (2005), Molise (2006), Calabria (2007).
Esistono inoltre servizi e figure di guardia analoghi in alcuni Comuni, con poteri di accertamento amministrativo nelle materie ambientali di loro competenza, di diverse regioni come nel Parco Regionale dei Colli Euganei presso la Città di Bolzano e nel Comune di Fenis (AO).
L’obiettivo delle proposte di legge è dunque quello di disciplinare l’istituzione del servizio volontario di vigilanza ecologica in Veneto. L’intervento di una disciplina regionale è opportuno per uniformare e regolamentare un servizio di volontariato che può essere d’aiuto agli enti territoriali, soprattutto in questo secolo, dove i cambiamenti climatici sono concreti, al pari delle violazioni compiute rispetto ai regolamenti comunali, e dove la cittadinanza volontaria può dare il proprio contributo, soprattutto nella tutela del nostro patrimonio e nell’educazione ambientale.
L’istituzione delle Gev nel Comune di Verona, se sarà organizato, rappresenterà una importante tappa al contrasto dei comportamenti vietati a tutela dell’ambiente attraverso un aumento della prevenzione e dei controlli, si pensi ad esempio le accensioni di fuochi e ramaglie, l’utilizzo delle stufe a biomasse legnose in periodi vietati o lo spandimento di liquami. Il tutto decongestionando l’azione della Polizia locale che potrà occuparsi di altri servizi.
Alberto Speciale