«Anche se i Pfas presenti nel sangue si sono dimezzati nel giro di quattro anni, restano sempre quattro volte più alti del limite. Come vengono prese in carico queste persone e quanto ci vorrà prima che i valori si azzerino?».
A chiederlo è Anna Maria Bigon, Consigliera regionale del Partito Democratico, commentando le dichiarazioni della dottoressa Russo, responsabile del dipartimento di Prevenzione della Regione, in merito ai risultati del monitoraggio sui residenti illustrati nel corso del processo Miteni in Corte di Assise a Vicenza.
«Di fatto è l’unica notizia positiva – prosegue Bigon – perché gli altri studi concentrati sulla popolazione della zona rossa hanno confermato tra il 2007 e il 2014 un eccesso di mortalità rispetto al resto del Veneto per cardiopatia ischemica, l’aumento di incidenza di malattie cerebrovascolari diabete mellito, demenza, ipertensione arteriosa e malattie tiroidee; inoltre le mamme in area rossa hanno avuto un aumento del 30% di bambini nati con basso peso alla nascita. È presto per trarre le conclusioni, ma crediamo sia difficile affermare, come stanno facendo gli avvocati della difesa, che non ci sia alcun legame causa-effetto e che la maggiore mortalità registrata nei comuni interessati dall’inquinamento non possa essere direttamente riconducibile alla presenza dei Pfas».
Alberto Speciale