Recovery Fund, l’on. Borchia avverte: “Il Governo deve rispondere a Roma, non Bruxelles”

 
 

Idee chiare e progetti per il Nord-est, il fondo non è una merce di scambio“.

Paolo Borchia, eurodeputato della Lega e membro della commissione trasporti a Bruxelles lancia un nuovo grido di allarme sulla politica europea del Governo: “Servono proposte significative in termini di grandi opere non altro. Nessuno ne parla, ma il Governo italiano ha lasciato mano libera ad uno spostamento di 1,4 miliardi del Meccanismo per collegare l’Europa (CEF) a beneficio dell’area baltica. È questo che serve all’Italia? O è invece la solita politica dettata dall’Europa a cui il Governo Conte si piega regolarmente?”.

“Le priorità infrastrutturali per il Nord-est non possono essere messe in discussione” continua Borchia. “Servono progetti per migliorare l’accessibilità alle zone turistiche, visto che l’area è la più attrattiva su base nazionale; inoltre, serve agevolare la circolazione delle merci in modo da sgravare i centri abitati, mettendo in sicurezza il patrimonio viario e ferroviario esistente.

Nello specifico – prosegue l’europarlamentare veronese – ritengo urgente individuare le vie di finanziamento per il completamento dell’alta velocità sulle tratte Fortezza-Brennero e Verona-Padova, il collegamento tra Verona Porta Nuova e l’aeroporto Catullo, estendendo la linea fino al lago di Garda, l’elettrificazione della Bassano-Trento, il miglioramento dell’accessibilità del litorale veneto dal Delta del Po a San Michele al Tagliamento”.

“Servono proposte significative in termine di grandi opere e la forza di imporre i propri bisogni” conclude Borchia “ma sul CEF sono spariti 1,4 miliardi di euro preallocati. Ora la coperta è corta e non basta per completare le reti core entro il 2030. Il Governo deve rispondere agli Italiani, non all’Europa“.

 
 

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