Le immagini del racconto politico in “casa centrodestra” a Verona, a poche settimane da annunciate decisioni a livello nazionale da parte di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, restituiscono un quadro di verità ancora piuttosto agitato.
Sebbene si siano ri-compattati in una sola dicitura i gruppi consiliari di Battiti e Verona Domani, tra Fratelli d’Italia e Lega permangono ancora diffidenze, quando non sono vere e proprie frecciatine d’accusa sulle tematiche più diverse.
A portare una tregua momentanea (azzardo consapevolmente questo termine) arriva come una manna dal cielo la “vicenda Gigi Fresco“; il 60enne patròn della Virtus Verona è indagato per truffe e falsificazioni ai danni della Prefettura per un totale di oltre 12 milioni di euro (QUI I DETTAGLI).
Dal canto suo, Fresco, in un recente passaggio ai microfoni di TeleArena, ha ostentato sicurezza: “Ci vengono contestate irregolarità burocratiche, in particolare riguardo alla statuto della società, ma noi abbiamo agito in modo corretto e trasparente. La prefettura ha sempre controllato il nostro operato, con verifiche ogni due mesi. Confido nella regolarità del nostro operato e dei professionisti di cui ci siamo avvalsi. I 12 milioni non sono il guadagno della società ma la cifra che abbiamo sostenuto per le spese”.
Nelle ore immediatamente successive alla diffusione del comunicato stampa da parte della Guardia di Finanza di Verona, non si sono fatte attendere le dichiarazioni di tutto l’arco comunale di centro-destra, in primis il sindaco, Federico Sboarina:
“Se c’è un reato odioso è quello dello sperpero di denaro pubblico. La presunta truffa aggravata contestata dalla Guardia di Finanza a una società di gestione di un CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) è doppiamente odioso perché, se confermato, evidenzia il disprezzo per il bene collettivo e il sottobosco legato all’immigrazione clandestina. Solo il buonismo di sinistra si ostina a non riconoscere come il sistema nazionale dell’accoglienza abbia bisogno di una gestione efficace. Per questo ringrazio il Prefetto di Verona che invece, dopo le interdittive antimafia, ha un forte impegno per la legalità a tutti i livelli.
Inaccettabile – conclude il primo cittadino – che sulla pelle dei richiedenti asilo ci siano persone che lucrano, chi scappa dalla guerra deve essere accolto degnamente. Se questo non avviene perché qualcuno mira invece a fare cassa, e per giunta è anche un ex amministratore pubblico, è ancora più inaccettabile”.
Tante sono state le firme della Lega ad esprimere forte contrarietà sulla vicenda.
Così i senatori Paolo Tosato e Cristiano Zuliani: “Ancora un abuso, ancora una dimostrazione tangibile di quanto la Lega ha sempre detto: dietro al fenomeno dell’immigrazione clandestina c’è un sistema parallelo che ne sfrutta i movimenti. Grazie al Comando Provinciale di Verona della Guardia di Finanza, che ringraziamo per l’opera sempre puntuale e a garanzia della collettività, emerge localizzato nella nostra provincia, un quadro inquietante di comportamenti fraudolenti ai danni dello Stato per oltre dodici milioni di euro. Troppo spesso il buonismo della sinistra ha chiuso gli occhi davanti all’evidenza, soprattutto nel biennio preso in esame dall’indagine, quando la Lega denunciava con forza storture ed abusi. Ora si faccia pulizia: pieno sostegno alla magistratura ed al suo operato e sanzioni certe per chi ha lucrato sulla pelle degli immigrati e sui contribuenti italiani”.
Nel pomeriggio arriva anche la nota congiunta dei colleghi della Camera dei Deputati Vito Comencini, Paolo Paternoster, Roberto Turri e Vania Valbusa: “Grazie all’ottimo lavoro della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Verona, scoperta una truffa sull’accoglienza migranti per oltre 12 milioni di euro e quasi 700 richiedenti asilo. A guadagnare illecitamente un imprenditore sportivo, tramite richieste di protezione internazionale. Un’ulteriore riprova di quanto sostenuto da sempre dalla Lega. Dietro il finto buonismo e la propaganda si nasconde un business dell’immigrazione che ne trae enormi vantaggi e lucra da ormai troppo tempo”.
Un plauso all’attività svolta viene espresso anche da un’altro deputato della Repubblica, Ciro Maschio di Fratelli d’Italia il quale parla anche, esplicitamente, di una continuità ideale con un altro disastro giuridico, il “Modello Riace“: “Se i reati presunti saranno confermati sarebbero doppiamente gravi e infamanti in quanto commessi sulla pelle dei più deboli e disperati. Fratelli d’Italia da anni denuncia il fallimento dell’intera gestione dell’immigrazione in Italia che spesso alimenta il business dei migranti da parte di gente senza scrupoli. Per questa ci preoccupa la politica degli sbarchi illimitati del Ministro Lamorgese. Ci aspettiamo – conclude Maschio – una durissima presa di posizione dalla sinistra veronese, (e di chi altri ha sostenuto Fresco in questi anni) sempre pronta a moralizzare sugli altri. O forse a loro l’esportazione del “modello Riace” a Verona sta bene?”.
Osservato speciale per il gruppo consigliare di Verona Domani è Flavio Tosi: “Rispetto alla notizia del giorno che vede indagato il presidente della virtus Luigi Fresco, plaudiamo al lavoro di indagine svolto dalla Guardia di Finanza e ai controlli della Prefettura. Impegno per la legalità che ha portato ai risultati di oggi. Ipotesi di reato gravissime, visto che stiamo parlando di soldi pubblici e ancor più se pensiamo che l’unico indagato è stato amministratore pubblico della nostra città negli anni passati. Presidente di circoscrizione per il centro sinistra e poi diventato uomo di punta di Tosi, tanto da essere candidato come capolista, della Lista Tosi, alle elezioni amministrative del 2017, per risultare poi il più votato del gruppo tosiano in Sesta Circoscrizione. Un’altra stella cadente della galassia dell’ex sindaco Tosi che deve fare i conti con pesantissime accuse da parte della magistratura”. Così i consiglieri comunali Marco Zandomeneghi, Thomas Laperna, Massimo Paci, Paolo Rossi e Roberto Simeoni.