Visto che la decisione di alloggiare alcuni richiedenti asilo a Porta san Zeno sembra mettere a repentaglio la sicurezza dei veronesi e che alcuni esponenti politici locali stanno inveendo contro il Prefetto, responsabile di questa sistemazione provvisoria, e stanno lanciando strali e minacciando azioni di forza, scimmiottando il nuovo Presidente americano, sarebbe opportuno riflettere due minuti su tutto questo.
Le misure di Trump sugli ingressi sono sbagliate per un motivo molto semplice: bloccano l’immigrazione “regolare”, non i terroristi, e bloccano la mobilità normale. Questo, per l’America, è effettivamente controproducente e pericoloso. Detto questo non usiamo l’antitrumpismo come alibi. Noi ( con la nostra politica degli ingressi ) non abbiamo nulla da insegnare agli Usa e finora non siamo stati un buon modello. Il nostro problema é l’immigrazione irregolare e di massa, dove finalmente il Ministro Marco Minniti sta cercando di mettere ordine. Le migrazioni di massa sono pressoché inarrestabili e una connotazione inevitabile della nostra epoca, ma non per questo uno Stato deve arrendersi agli ingressi irregolari e incontrollati. Anche l’immigrazione negli USA é stata, in varie epoche, di massa, ma mai irregolare. Quindi non basta dire: “l’immigrazione e” un destino”. Ne’ basta dire ipocritamente “accoglienza” . Occorrono regole per gli afflussi, anche al di là del problema del terrorismo. Gli afflussi vanno regolati e governati per vari motivi: continuando ad accettare i barconi lasciamo attivo un vergognoso traffico e mettiamo in pericolo gli immigrati, mentre per chi entra, come rifugiato, ci devono essre certezze e, se l’interessato ne ha diritto, deve essere attivata contestualmente una modalità per integrarlo; sicuramente non possiamo far immigrare in Italia e in Europa tutta l’Africa. L’Europa non é l’America inclusiva degli anni a cavallo tra fine Ottocento e primi del Novecento, bensì un continente a crescita limitata. Qui l’immigrazione può rivelarsi ( per chi emigra ) un’illusione: ricrea ghetti e povertà. Non c’é alternativa alle misure proposte dai nostri ultimi due governi: guerra ai barconi e trattative con gli Stati del Mediterraneo per mantenere in quei paesi chi vuole emigrare per motivi economici; insomma portare lavoro in Africa.
C’è poi il gravissimo problema del terrorismo islamico. Criticare Trump non deve significare negare il problema che abbiamo degli ingressi regolari agli aeroporti e alle frontiere europee. Abbiamo già rimosso quello che gli attentati in Europa hanno svelato? I terroristi hanno viaggiato senza problemi tra i nostri paesi e per la Siria e le zone Isis. Si é svelato che siamo pieni di buchi, perciò non è affatto sbagliato ne’ mostruoso, intensificare controlli alle frontiere per le persone dirette o provenienti da aree a rischio. Certo il metodo non é la chiusura totale, ma nemmeno la nenia ipocrita sui “confini aperti”. Possiamo vedere applicate queste modalità in Israele, dove da anni si pratica un efficace e rigoroso controllo agli ingressi ordinari da paesi a rischio, negli aeroporti e in altre aree di ingresso. Impari da Israele anche Trump: i controlli agli aeroporti israeliani sono rigorosi, efficaci, non indiscriminati e non toccano il diritto di ingresso, lo regolano. Perciò non chiacchiere ideologiche, ma misure concrete; con gli slogan populisti non si risolvono i problemi pesantissimi che affliggono il nostro Paese!
Lorenzo Dalai