Meno 471,5 milioni.
Per raggiungere l’equilibrio fra le entrate e le spese standard delle Province, mancano ancora 471,5 milioni. Erano 651,5 prima della manovrina (D.L. 50/2017), un piccolo passo, che non cambia la sostanza. «Le strade che mettono a rischio gli automobilisti e le scuole che non possono essere rese sicure saranno chiuse», afferma tagliando corto il Presidente dell’Unione delle Province Achille Variati, Sindaco di Vicenza, presentando il 19 giugno i dati a Bologna nel seminario nazionale sulla finanza provinciale.
I 180 milioni messi a disposizione dalla manovrina (di cui 2.518.151,84 arriveranno alla Provincia di Verona) offrono qualche piccolo aiuto ma non cambiano il quadro di fondo. I compiti base delle Province alleggerite dalla “riforma Delrio”, in attesa di un’abolizione Costituzionale bocciata dal referendum, costano 1,66 miliardi all’anno in base alla spesa calcolata dal Ministero dell’Economia: ma tutti questi soldi, nei bilanci provinciali, non ci sono. Per due motivi, il primo perché i tagli vengono “assorbiti” prima che vadano alla manutenzione ordinaria di strade e scuole, il secondo riguarda invece la crisi si è accanita sulle tasse automobilistiche che sono l’entrata principale delle Province. Tra flessione del mercato e impennata dei mancati pagamenti, l’RC Auto è crollata del 53% in tre anni (da da 2,37 a 1,12 miliardi) e l’imposta di trascrizione è scesa del 22% (da 1.200 a 936 milioni).
Fin qui la parte corrente, cioè la vita quotidiana degli enti. Ma strade e scuole, il cuore dell’attività provinciale, richiedono soprattutto investimenti. E qui, come in tanti capitoli della finanza pubblica, va ancora peggio. Negli ultimi tre anni la spesa in conto capitale delle Province è quasi scomparsa: nel 2016 si è fermata a quota 891 milioni, il 64% sotto i 2,45 miliardi del 2013, e i 170 milioni una tantum (di cui 2.699.731,00 arriveranno alla Provincia di Verona) messi a disposizione dalla manovrina non cambiano più di tanto il quadro.
In conseguenza di tutto ciò le 76 Province a statuto ordinario italiano hanno deciso, già da inizio 2017, di “andare ai materassi” rivolgendosi alla Magistratura, alla Prefettura ed alla Corte dei Conti. Non hanno più soldi per gestire, tra le altre cose, 3.600 edifici della scuola secondaria e 100.000 chilometri di strade, dove infatti da tre anni gli interventi sono scarsi o assenti. Un problema che, come sottolinea il Presidente dell’UPI Achille Variati: “investe l’intero corpo delle amministrazioni provinciali del Paese, le quali, sospese da anni in un limbo paradossalmente aggravatosi dopo il voto referendario dello scorso 4 dicembre, non hanno le risorse necessarie per approvare i bilanci 2017 in equilibrio e, soprattutto, garantire la continuità dei servizi. La mancata previsione di un adeguato finanziamento costituisce una grave violazione con danni nei confronti dei cittadini. L’esposto serve ad auto-tutelarci, nel caso malaugurato avvengano disgrazie, dal momento che si tengono aperte scuole e strade provinciali che non possono essere chiuse, altrimenti intere frazioni rimarrebbero isolate, ma che non vedono ristrutturazioni ed adeguamenti da tempo. Capisco che se ci si rivolge alla magistratura vuol dire che la politica sta fallendo il proprio compito ma non abbiamo alternative, il nostro è un disperato appello e un’accusa al governo e al Parlamento che non danno quanto promesso”.
La Provincia di Verona con la Deliberazione n. 21 del 22 aprile 2015, aveva già iniziato la redazione del “Piano pluriennale straordinario di riassetto organizzativo, economico, finanziario e patrimoniale” finalizzato al reperimento delle risorse necessarie all’Ente per sopperire ai reiterati tagli dello Stato.
La Deliberazione n. 21/2015 metteva peraltro in evidenza il patrimonio immobiliare di proprietà della Provincia “non considerato strumentale all’esercizio delle funzioni istituzionali della stessa” prevedendone conseguentemente la possibilità di dismissione. Tra questi beni vi era anche il “Palazzo del Governo” attualmente occupato dalla Prefettura il cui valore di stima era stato indicato in 8,1 milioni con la previsione di entrata programmata per il 2017 ed inserita nel “Piano delle valorizzazioni e delle dismissioni dei beni immobili non strumentali all’esercizio delle funzioni istituzionali 2016-2018 ex art. 58 L. 133/2008”, allegato al D.U.P. 2016. Senonché nel corso del 2016 la Provincia di Verona ha condotto trattative con la INVIMIT SGR S.p.A. (società del Ministero dell’Economia e delle Finanze che ha il compito di valorizzare i patrimoni immobiliari pubblici) per la vendita dell’intero compendio immobiliare di proprietà provinciale denominato “Palazzo Scaligero e del Governo”, attuale sede della Provincia e della Prefettura. In data 17 novembre 2016 la INVIMIT SGR S.p.A. ha formulato alla Provincia proposta condizionata di acquisto dell’immobile verso il corrispettivo di 21.500.000,00, a corpo, con termine finale il 28 aprile 2017. La valutazione effettuata dalla Provincia attestava invece un valore immobiliare di 24.560.000,00.
Successivamente il Presidente della Provincia Antonio Pastorello ha manifestato il venir meno dell’interesse a vendere il “Palazzo Scaligero e del Governo” rilevando che erano all’esame del Parlamento proposte migliorative di mitigazione dei tagli Statali alle Province. Pertanto con la Deliberazione n. 15 del 26 aprile 2017 il Consiglio Provinciale ha votato la rinuncia alla proposta economica della INVIMIT SGR S.p.A. per l’acquisto del “Palazzo Scaligero e del Governo”.
Alla luce dei ridotti provvedimenti economici adottati dal Governo nel testo della manovrina (360 milioni) di cui al D.L. 50/2017, convertito nella L. 21 giugno 2017, n. 96 recante: «Disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo.» (GU Serie Generale n.144 del 23-06-2017 – Suppl. Ordinario n. 31), auspichiamo che la Provincia di Verona riprenda in considerazione la trattativa con INVIMIT SGR S.p.A. per la dismissione immobiliare del “Palazzo Scaligero e del Governo”. Il corrispettivo potrà essere impegnato preliminarmente nelle opere di manutenzione delle 33 scuole di istruzione secondaria della Provincia, di cui 15 ubicate nel Comune di Verona.
Alberto Speciale