Nel terzo trimestre 2024, la produzione industriale nella provincia di Verona, secondo l’indagine VenetoCongiuntura di Unioncamere Veneto sulle imprese del manifatturiero con più di 10 addetti, evidenzia una crescita su base tendenziale del +0,5%, a fronte di una media regionale del -1,9%. Il dato, che mette in luce una situazione di sostanziale stabilità, segue una serie di cinque variazioni negative. Le dinamiche sono diverse a seconda dei settori: i dati del Venetoindicano flessioni significative in particolare per il sistema moda, la metalmeccanica e i mezzi di trasporto, mentre l’industria alimentare risulta in crescita.
Gli altri indicatori, diversamente, evidenziano un quadro di incertezza per la manifattura veronese, soprattutto per quanto riguarda gli ordini esteri che registrano una variazione su base annua del -7,0% (a fronte di un -3,4% regionale).
“Il calo sugli ordini esteri rivela le difficoltà di alcuni dei più importanti mercati di destinazione delle merci scaligere, Germania in primis -commenta Giuseppe Riello, Presidente della Camera di Commercio di Verona-. In attesa dei dati Istat relativi all’interscambio commerciale con l’estero nei primi nove mesi dell’anno, c’è da considerare che nel periodo gennaio-giugno il valore delle esportazioni veronesi verso il mercato tedesco hanno registrato una flessione del -7,8%. Il fatto che la produzione veronese “tenga” con un +0,5%, quando il dato complessivo del Veneto presenta una flessione, non deve farci pensare che siamo al sicuro rispetto ad un quadro congiunturale complesso”.
Gli ordini interni, con un calo congiunturale del -0,2% (-1,1% per il Veneto), sembrano subire un impatto meno pesante. Il fatturato registra una flessione tendenziale del -0,9% (-1,0% a livello regionale), mentre il grado di utilizzo degli impianti è del69%, a fronte del 68% del trimestre precedente e al 72% dello stesso periodo del 2023.
Le previsioni degli imprenditori intervistati sono improntate alla cautela: a fronte di un 42,3% che si attende un aumento della produzione, si rileva una quota del 36,8% che prevede una situazione di stazionarietà, mentre il rimanente 20,9% si aspetta una diminuzione. Per quanto riguarda gli ordini esteri, la percentuale di imprenditori che prevede un aumento è pari al 37,7%, una flessione è indicata nel 17,4% dei casi, mentre il 44,9% si aspetta variazioni sostanziali. Una tendenza simile si registra per gli ordini interni, pur con qualche punto percentuale in meno rispetto alle previsioni di stazionarietà (41,8%) e una maggiore incidenza delle previsioni di flessione (19,6%), mentre le attese di crescita sono pari al 36,8%.