“La scelta è tra centrodestra e centrosinistra, tra chi sa come funziona un Comune, ha guidato la città durante una pandemia e stanziato milioni extra per aiutare le famiglie in difficoltà con le bollette, e chi non è mai entrato in un Consiglio comunale e non sa nemmeno, comprensibilmente, cosa sia una delibera di giunta. Tommasi, teleguidato dai parlamentari del PD e da ciò che rimane del Movimento 5 Stelle, da una sinistra ideologica al cui interno c’è tutto e il contrario di tutto, si scaglia contro Verona e l’amministrazione. Gli hanno fatto perfino dire che disprezza l’identità veronese e la considera causa della mancata crescita della città: ma si può affermare una cosa del genere? Tommasi parla di una città “senza visione”, ma non argomenta, recita sempre il personalissimo mantra “ascolto e dialogo”, frasi fatte prive di contenuto”.
Queste le prime parole ufficiali della lunga (e nuova) maratona elettorale ballottaggio del sindaco uscente Federico Sboarina. Dopo un breve commento nella giornata di ieri, poco dopo l’ufficializzazione del suo secondo posto, il primo cittadino di Verona ha affidato al proprio ufficio stampa una nota che posiziona senza troppi giri di parole i fronti di battaglia contro l’avversario del centrosinistra Damiano Tommasi.
“La nostra visione – prosegue Sboarina – è quella di una città in cui dopo 40 anni sono ripartite le grandi opere, una città prima in Veneto per offerte di lavoro e quinta in Italia. Una città in cui abbiamo fatto ripartire turismo, Fiera, aeroporto, una delle città più sicure d’Italia stando agli indicatori del ministero dell’Interno. Chiamo a raccolta tutto l’elettorato di centrodestra, la Verona che produce ricchezza e lavoro: è una sfida che riguarda tutti. Tommasi è una brava persona ma è pericoloso perché è il prestanome dell’armamentario ideologico della sinistra. E’ stato chiaro a tutti il suo imbarazzo quando a Verona sono arrivati i leader della sua coalizione: ha disertato le conferenze stampa per poi incontrarli in privato. Tommasi prende in giro i cittadini volendo fargli credere di essere civico. Se la sinistra lo imbarazza vuol dire che è evidente anche a lui cosa significhi la sinistra per questa città, e d’altronde i veronesi l’hanno provato sulla loro pelle tra il 2002 e il 2007 durante la buia epoca Zanotto, unico sindaco di sinistra nella storia di Verona“.
“Che idea ha Tommasi sulle tasse, sui lavori già partiti e che partiranno? – si chiede, in chiusura, Federico Sboarina – Che idea ha della famiglia, della lotta alla droga dato che all’interno della sua coalizione c’è anche chi vuole legalizzarla, della rigenerazione urbana, dell’Alta Velocità, delle infrastrutture? Tommasi vuol far diventare Verona una capitale transgender? No grazie, Damiano”.