Il modello economico lineare incentrato su attività quali “estrarre, produrre, utilizzare e gettare” è il principale motore delle crisi climatiche in atto: le perturbazioni climatiche, la perdita di biodiversità e l’inquinamento. Le strategie econimiche, negli ultimi 10 anni, hanno cercato di inveritire la rotta, fornendo soluzioni per sgangiare gradualmente l’attività economica dai suoi impatti negativi. Ammontano a oltre 330 miliardi di dollari gli investimenti in economia circolare ed è di 1.3 trilioni di dollari il valore dei mercati circolari che può essere generato entro il 2040. Sebbene i benefici in termini di risparmio di materiali siano ben documentati, l’economia circolare può anche contribuire a costruire il capitale naturale e a migliorare la salute degli ecosistemi, una dimensione troppo spesso trascurata.A rendere possibile questo cambiamento è stata un inversione di rotta da modelli di produzione e consumo di tipo lineare a modelli orientati a un approccio circolare, un modello economico che implica tra le diverse attività, il riutilizzo, la riparazione, il ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti. Un modello economico che porterà, se implementato in tutti i settori, entro il 2050 in Europa, a un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale, libera da gas serra e completamente circolare.
Per supportare le aziende del territorio provinciale e regionale in questo importante processo di transizione, l’università di Verona ha dato vita al “Loop Research Center” un punto di riferimento per la ricerca e l’innovazione sul tema dell’economia circolare e della sostenibilità che la Regione Veneto ha voluto fosse realizzato nell’ateneo scaligero date le competenze di ricercatrici e ricercatori del dipartimento di Management. Il Centro, diretto da Ivan Russo, docente di Economia e gestione delle imprese, è stato concepito come un luogo di studio scientifico per attivare, sviluppare e supportare l’aggiornamento delle competenze professionali, operative e manageriali, mirando a migliorare la competitività delle imprese venete e del sistema pubblico nel contesto dei nuovi paradigmi economici, dell’attrattività territoriale e del benessere generale.
Le attività del Centro sono state presentate il 15 novembre durante un workshop che è stato l’occasione di un confronto tra accademici e imprenditori sulle prospettive future del sistema economico territoriale, con l’obiettivo di favorire l’innovazione del territorio, grazie alla sinergia tra ricerca universitaria e competenze aziendali. Sono intervenuti il prorettore dell’ateneo Diego Begalli, la direttrice del dipartimento di Management Chiara Leardini, il direttore del centro Ivan Russo e Fabio Menin, direttore Programmazione e gestione formazione professionale e istruzione della direzione Formazione e istruzione della Regione del Veneto.
Il Loop si struttura e articola in tre laboratori ciascuno dei quali si concentra su uno specifico ambito scientifico e di applicazione nel mondo delle imprese, per ricoprire tutti gli aspetti manageriali rilevanti in ottica circolare e sostenibile relativi a processi, prodotti e servizi e di governo dei processi e dei prodotti e servizi.
CSCM Lab – Laboratorio in Circular supply chain management- viene presentato dalla Referente Prof. ssa Ilenia Confente
Il laboratorio si focalizza su diverse linee di ricerca relative all’implementazione di strategie e pratiche legate all’attivazione di modelli circolari lungo le supply chain e i loro processi, operando sui diversi loop dell’economia circolare quali il closing, slowing, dematerializing, intensifying e narrowing loop). Particolare attenzione è dedicata alla costruzione di sistemi di misurazione che concorrono alla transizione verso processi organizzativi e gestionali più circolari. Le imprese e le collaborazioni tra le stesse sono le unità di analisi e di ricerca del LAB e includono i fornitori a monte della supply chain, i produttori, i distributori, gli operatori logistici fino ad arrivare alla distribuzione organizzata e al consumatore finale per concorrere, ad esempio, all’obiettivo della decarbonizzazione lungo la supply chain o verso processi più circolari. Inoltre, particolare attenzione viene dedicata alla trasformazione digitale gioca un ruolo fondamentale per l’attivazione di processi sostenibili e circolari e al ruolo della trasformazione e rigenerazione anche nell’ambito della gestione dei servizi.
CPS Lab – Laboratorio in Circular products & servicesviene presentato dalla ReferenteProf.ssa Elena Claire Ricci
Il laboratorio si occupa principalmente di comprendere come sviluppare, promuovere e commercializzare prodotti e servizi circolari. Infatti, i nuovi modelli di produzione dipendono anche dal riconoscimento da parte dei clienti del valore della circolarità e sostenibilità dei prodotti e servizi. Il Laboratorio esplora i processi decisionali dei consumatori finali e dei professionisti degli acquisti aziendali per studiare i driver e le barriere che influenzano le scelte di prodotti e servizi circolari e sostenibili. Rispetto a queste unità di analisi il laboratorio si propone, ad esempio, di studiare le informazioni e le caratteristiche che determinano le scelte di acquisto di prodotti circolari (e.g. prodotti ricondizionati, second hand, imballaggi e packaging più sostenibili). Si occupa anche dello studio del ruolo di nuovi servizi (i.e. sharing, renting) a supporto della transizione verso un’economia più circolare e della diffusione dei suoi principi. Tra gli obiettivi anche lo studio dell’efficacia di strategie di comunicazione e marketing e le modalità di coinvolgimento del consumatore nell’essere parte attiva degli investimenti delle imprese in nuovi modelli di business circolari che influenzano l’accettabilità di nuovi prodotti e servizi.
SG Lab – Laboratorio in Sustainability Governance. viene presentato dalla ReferenteProf.ssa Silvia Cantele. Il laboratorio svolge ricerche sul ruolo degli organi di governo, della proprietà e del management nel formulare e veicolare un approccio strategico alla sostenibilità (i.e. la creazione e il ruolo di comitati per la sostenibilità e di figure come il sustainability manager); viene indagato l’impatto delle caratteristiche e delle competenze di chi ricopre questi ruoli (età, genere, formazione, esperienze professionali), nonché come avvengano i processi decisionali e il monitoraggio dei loro risultati, in termini economico-finanziari e di sostenibilità. Un ulteriore ambito di ricerca riguarda la pianificazione della sostenibilità: in particolare ne analizza processi e output (piani) e come la pianificazione strategica tradizionale si integri o confligga con quella di sostenibilità. Oggetto di ricerca del Laboratorio è anche lo studio delle caratteristiche vincenti dei nuovi modelli di business circolari e sostenibili, nonché dei percorsi di transizione e trasformazione delle aziende con modelli di business più “tradizionali”. Un’attenzione particolare è data ai sistemi di valutazione delle performance ESG, finalizzati alla misurazione del perseguimento degli obiettivi di sostenibilità e alla loro integrazione con i modelli di business, ai fini della rendicontazione esterna e del controllo interno.