I lavori su Ponte Nuovo proseguono come da programma anche alla luce dei ritrovamenti storici rinvenuti nei giorni scorsi.
Si tratta di alcuni reperti ottocenteschi e dei resti del ponte preesistente a Ponte Nuovo, datato 1838, fatto saltare in aria dai tedeschi durante la Seconda guerra mondiale e sulle cui macerie è stato poi costruito l’attuale.
Un ritrovamento il cui valore storico anziché archeologico non pregiudica il proseguo dei lavori che, a loro volta, non impediranno le verifiche da parte della Soprintendenza.
Ciò anche grazie alla nuova tecnica che, in corso d’opera, si è resa necessaria per la eseguire la bonifica bellica, laddove l’apposita strumentazione rilevava la presenza di materiale ferroso, mattoni contaminati dalle esplosioni dell’ultimo conflitto mondiale. Invece di procedere con l’escavazione prima superficiale e poi più profonda, si sta perciò lavorando con una stratificazione manuale e un’ulteriore verifica tramite micropali.
Questo passaggio ha comportato uno stop di cinque giorni per aspettare il nulla osta da parte del 5° reparto infrastrutturale dell’Esercito di Padova.
Bonifica bellica e attività archeologica vanno quindi di pari passo senza l’uno ostacolare l’altro e, soprattutto, senza fermare e rallentare i lavori del complesso intervento di adeguamento statico e sismico di Ponte Nuovo, iniziato il 22 novembre con le operazioni di cantierizzazione e avvio delle lavorazioni.
Bonifica bellica
E’ uno step fondamentale nel programma lavori, un’operazione delicata e potenzialmente pericolosa che viene eseguita sia in superficie che in profondità. Iniziate il 10 gennaio con la tradizione tecnica della trivellazione, sono state sospese pochi giorni dopo a causa del continuo rilevamento di materiale ferroso a cui è legata la presenza di ipotetici ordigni bellici.
In realtà, come già verificato dalle verifiche successive, si tratta di mattoni contaminati da materiale ferroso, gettati nella copertura del ponte costruito nel dopoguerra.
Da qui il cambio di tecnica, che procede ora con piccoli scavi in superficie per poi proseguire negli strati sottostanti.
Come già annunciato nei giorni scorsi, il potenziale rischio durante questa fase dei lavori di circa una settimana, impone la chiusura del passaggio pedonale durante il cantiere, dalle 8.30 alle 17 circa, che resta invece aperto nel fine settimana.
Ritrovamento storico
E’ la spalletta del vecchio ponte, costruito tra il 1836 e il 1838 e poi andato distrutto durante i bombardamenti tedeschi della seconda Guerra mondiale.
Al suo posto venne costruito l’attuale Ponte Nuovo, per il quale furono sicuramente usati mattoni recuperati dalle macerie e pertanto contaminati con materiale ferroso.
Si tratta di reperti che la Soprintendenza cataloga di valore storico e non archeologico e sui quali proseguiranno ulteriori accertamenti, operazioni che tuttavia potranno essere svolte in concomitanza del cantiere sul Ponte.
Prossimi step
La bonifica bellica durerà circa una settimana, dopo aver setacciato il Ponte dal lato della chiesa di San Tomaso, si passerà sul lato opposto, verso la ZTL.
In questa fase il passaggio pedonale sarà chiuso nelle ore di cantiere, dalle 8.30 alle 17 circa. Ci saranno poi alcuni giorni di lavori di AGSM per lo spostamento dei sottoservizi nell’area lato San Tomaso, dopodichè partiranno le attività geotecniche per la realizzazione di pali profondi di fondazione per l’antisismica.
Sul posto per il punto della situazione si è recato il sindaco Federico Sboarina insieme all’assessore ai Lavori pubblici Luca Zanotto.
Presente il soprintendente Vincenzo Tinè.
“L’adeguamento sismico di Ponte Nuovo è un intervento che non si poteva più rimandare a causa della pericolosità della struttura stessa – ha premesso il sindaco-. I lavori non si sono mai fermati e hanno proseguito anche dopo i ritrovamenti storici, la cui rilevanza è tale da non stoppare il cantiere. Non ci sono cantieri così rilevanti senza imprevisti, ormai lo abbiamo imparato bene, fortunatamente in questo caso i due interventi, quello di bonifica e le verifiche sul manufatto ritrovato, possono procedere di pari passo senza uno rallentare l’altro. Quanto al passaggio pedonale, l’indicazione è quella di chiuderlo solo se strettamente necessario e per il minor tempo possibile. E la bonifica bellica è senza dubbio uno di questi casi”.
“Nonostante il cambio di tecnica per proseguire la bonifica bellica, procediamo come da cronoprogramma – ha detto Zanotto-. La strumentazione per l’escavazione tradizionale segnalava ovunque la presenza di materiale ferroso, riconducibile anche a ordigni bellici, pertanto si è dovuto cambiare metodo di verifica, scavando manualmente un pezzo di superficie alla volta. I lavori vanno avanti secondo la tabella di marcia, stiamo accelerando per recuperare il rallentamento dovuto in parte al ritrovamento storico e in parte alla diversa strumentazione da usare. Davvero pochi giorni che non influiscono sui tempi complessivi. I prossimi step riguardano lo spostamento dei sottoservizi da parte di Agsm e poi l’installazione dei pali profondi di fondazione antisismica”.
“I lavori sui ponti vanno fatti – ha aggiunto Tinè-. A Verona ogni cantiere si trasforma in un’occasione archeologica, in questo caso siamo di fronte ad un ritrovamento di valore storico ma non archeologico, che non blocca i lavori né li rallenta. Proseguiremo le verifiche per quanto di competenza, non è detto che il cantiere riservi nuove sorprese”.