Un controllo dei poliziotti delle Volanti della Questura scaligera, pattugliando le vie del quartiere Golosine, ha portato al fermo di tre giovani nomadi: gli agenti, intuendo che potessero trattarsi delle cosiddette “pendolari dei furti” – ancorché loro stesse hanno dichiarato di provenire dal campo di Baranzate di Bollate (MI) – le hanno condotte in Questura per accertamenti, dopo che già una prima verifica in strada aveva portato al rinvenimento, su una di loro – poi arrestata – di una scheda in plastica, del tipo utilizzato per aprire le porte delle abitazioni chiuse senza le opportune mandate.
In Questura la perquisizione personale ha dato esito positivo: una seconda nomade è stata trovata in possesso di una chiave inglese regolabile, celata nel petto, sotto i vestiti; una terza nomade, invece, al termine dei controlli nei suoi confronti risultati negativi, è stata rimessa in libertà. La comparazione delle impronte palmari e digitali, a cura del personale della Polizia Scientifica, ha consentito di appurare che, con due differenti nominativi/alias, una delle due nomadi era destinataria di ben 2 provvedimenti giudiziari restrittivi della libertà personale e più precisamente:
- con l’alias Vesna Miljak, nata a Bollate il 15.3.93, colpita da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa nei suoi confronti dal Tribunale di Trento – Ufficio del GIP –, in merito ad un furto aggravato in concorso avvenuto nel Comune di Lavis (TN) il 17.9.2016;
- con l’alias Vesna Stojanovic, nata a Verbania il 25.1.1989, un ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura presso il Tribunale di Bolzano – Ufficio Esecuzioni Penali – da cui emerge che deve espiare la pena residua di 17 anni, 4 mesi e 25 giorni di reclusione, oltre al recupero della pena pecuniaria, multa di euro 4.800,00.
Quando i poliziotti le hanno notificato i due provvedimenti giudiziari, la nomade ha dichiarato di essere in stato di gravidanza, lamentando un leggero malessere, motivo per il quale è stata subito condotta in ospedale; qui i sanitari, accertato lo stato ai primi mesi, l’hanno dimessa, in quanto non sussistevano motivi per il ricovero. Rientrata in Questura, la donna è stata trasferita alla Casa Circondariale di Montorio (VR).
I precedenti di polizia e giudiziari della rom arrestata raccontano una lunga serie di episodi di furti, consumati o tentati, perlopiù in abitazione, messi a segno dalla stessa, da sola o in concorso, già da minorenne, e con differenti generalità: furti perpetrati dal 2000 ad oggi nei comuni di Bolzano, Fiorenzuola d’Adda (PC), Savigliano (CN), Seregno (MB), Monza, Vimercate (MI), Cuneo, Como, Moncalieri (TO), Desio (MB), Treviglio e Clusone (BG), Verolanuova (BS), Assisi (PG), Bolzano, Trento, Crema, Cremona, Sassuolo (MO), Vigevano (PV), Borgo Panigale (BO), Castiglione delle Stiviere (MN) e Brescia. A Verona la Polizia di Stato ha interrotto questa criminosa sequela; l’altra nomade è stata deferita in stato di libertà per “possesso ingiustificato di arnesi da scasso”, ovvero della chiave inglese trovatale addosso.