Polfer.. 110 anni ma non li dimostra

 
 

Anche quest’anno, giunto alla 27^ Edizione, il Convegno Nazionale “Job&Orienta” ospiterà lo stand della Polizia di Stato, in seno al quale non poteva mancare la rappresentanza della Polizia Ferroviaria (per gli amici Polfer), che presenterà al pubblico l’evoluzione del Progetto “Train to Be Cool”.

L’iniziativa dei “Poliziotti con la Ruota Alata” – che ha già riscosso un apprezzato successo, a conferma della bontà del progetto – si propone di instillare e far crescere nei giovani una reale e sentita “cultura della sicurezza ferroviaria”, non mediante il mero proporre consigli scontati e “noiosi”, o snocciolando fredde normative, bensì attraverso l’uso di un linguaggio “prossimo e comune” ai giovani stessi, in un’operazione che può ben dirsi affine alla maieutica cara a Socrate (non a caso, la progettazione dell’iniziativa nasce da una stretta collaborazione tra il Servizio Polizia Ferroviaria e la Facoltà di Psicologia dell’Università degli studi di Roma, La Sapienza).

Infatti, il personale della Polfer che sarà presente presso lo stand sarà selezionato tra gli operatori della Specialità, di ogni ruolo e qualifica, che hanno frequentato lo specifico Corso per “Formatori” nell’ambito del progetto e che, per l’intera durata dell’anno scolastico, sono protagonisti degli incontri con gli studenti di ogni età, presso le Scuole di tutta Italia.

I poliziotti destinati a portare “Train To Be Cool” nelle scuole aderiscono al progetto in via esclusivamente volontaria, e dedicano anche del loro tempo libero alla frequentazione dei relativi corsi, e all’organizzazione degli eventi e degli incontri: tale dato fa ben comprendere come la passione per il dialogo, e l’amore per i giovani profusi dalla Polfer siano condivisi da tutti e da ciascuno degli appartenenti alla Specialità.

E quale migliore esempio di compenetrazione tra professione, socialità e senso civico potrebbe essere offerto in un convegno che si occupa di orientare i giovani al lavoro?

Ma quest’anno la Polfer di Verona partecipa al Convegno “Job&Orienta” con accresciuto entusiasmo (e una punta di orgoglio), perché la Specialità ha festeggiato i 110 anni dall’istituzione: ed è un genetliaco particolarmente significativo, trattandosi della “Decana” delle Specialità della Polizia di Stato Italiana!

Tuttavia il riconoscimento quale “Istituzione al servizio della collettività dalla lunga e onorevole tradizione”, non rende esaustivamente quanto, quello della Polizia Ferroviaria, sia uno dei più concreti esempi di servizio di “prossimità”, di vicinanza al cittadino, in particolare a quelli più deboli, piuttosto che a quelli necessitanti di maggiore tutela quali sono appunto i giovani.

Ogni giorno, per viaggio, lavoro o necessità, sono circa tre milioni le persone che frequentano le stazioni di tutta Italia o i circa diecimila treni in movimento: molte di loro, vedono, salutano o si rivolgono a degli agenti della Polfer, talvolta per piccoli inconvenienti e a volte, purtroppo, nell’infausta ipotesi di veri drammi.

Certo, attraversando l’eterogenea comunità di persone che affolla le stazioni, vedere gli uomini in uniforme infonde una certa, comprensibile, tranquillità, ma i compiti della Specialità non si esauriscono nella semplice attività di prevenzione, ma si esplica in tante e complesse attività, sicuramente meno visibili dall’utente, però in grado di aumentare esponenzialmente la sicurezza di quest’ultimo, sia in stazione che a bordo treno.

Sono 110 anni, ma la Polfer non li dimostra!

Infatti, quella della Polizia Ferroviaria al “Job&Orienta”, non è una presenza destinata solo ad aumentare il rilievo e l’accreditamento della manifestazione, ma risulta invece perfettamente coerente con le sue finalità.

Se, agli inizi, il principale patrimonio della Specialità della Polizia Ferroviaria consisteva nelle risorse umane e nello spirito di servizio che le caratterizzavano, negli ultimi anni, grazie soprattutto al notevole sforzo profuso nell’adottare moderne prassi e tecnologie, la Polfer è riuscita a rinnovarsi e a mantenere il passo con l’evoluzione dei bisogni dei viaggiatori, e le istanze di sicurezza connesse con il trasporto ferroviario, divenuto una realtà sempre più complessa e articolata, grazie anche all’accelerazione indotta dal progresso tecnologico, e dal nuovo assetto privatistico della gestione del servizio pubblico.

La conseguenza di tale evoluzione e ammodernamento anche infrastrutturale, è che all’operatore di Polizia della Specialità sono richieste competenze e conoscenze un tempo impensabili, quali, a esempio, l’uso di sistemi avanzati di comunicazione, impianti di videosorveglianza e software gestionali sempre più evoluti, che riempiono di significato il termine, talvolta abusato, “professionalità”; ovviamente, ciò senza pregiudizio per i valori costituiti dallo spirito di servizio e senso del dovere, rimasti immutati nel tempo, attraverso oltre un secolo di storia del nostro ineguagliabile Paese.

 
 
Davide Caldelli
Sono di Verona, nato il 15 gennaio, quindi Capricorno. Ho un temperamento deciso ma anche la giusta allegria per le origini senesi del nonno paterno. Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo conseguita con il massimo dei voti. Iscritto All’ODG del Veneto, nel tempo libero sono istruttore minibasket a Lugagnano. Scrivo per il Corriere dello Sport. Credo neello sport per tutti. Nel 2014 la mia passione mi ha portato a Sochi per seguire i Giochi Paralimpici Invernali. Amo il Teatro: Shakespeare in particolare. Mi piace il nuoto e quando posso vado in mountain bike. Sono sincero: dico sempre quello che penso. Sempre di corsa ma mi piace così.

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