Personale ridotto in psichiatria, aumentano le aggressioni ai danni dei lavoratori

 
 

Dopo la medicina d’urgenza di Borgo Roma, la cui vertenza è tuttora in corso, si apre un nuova emergenza per carenza di personale in un’altra area sanitaria molto sensibile. Da più di sei mesi il Servizio di Psichiatrico di Cura e Diagnosi (Spcd 1), ubicato in Azienda Ospedaliera a Borgo Trento, ma gestito con personale dell’Ulss 9, è in grave difficoltà dopo aver conosciuto una riduzione da 4 a 3 delle unità di personale oss e infermieristico destinate ai turni del mattino e a quelli del pomeriggio. In pratica, il numero dei lavoratori in servizio è stato portato ai livelli del turno notturno che prevede la presenza di tre soli operatori tra oss e infermieri. Il reparto conta 28 posti letto suddivisi in due sezioni da 14 posti letto ciascuna. Diversamente da medicina d’urgenza, le conseguenze di tale riduzione non si esplicano soltanto in turni massacranti, ma anche e soprattutto in un aumento degli infortuni di lavoro, tipicamente riconducibili ad aggressioni. Soltanto la settimana scorsa si sono verificati tre eventi di questa tipologia, regolarmente registrati e tracciati dal sistema di segnalazione Incident Reporting.

“Il perdurare di una simile situazione non è un caso isolato all’interno dell’Azienda Ospedaliera o dell’Ulss” spiega Simone Mazza, responsabile Fp Cgil Verona per il comparto sanitario. “La carenza di lavoratori e lavoratrici in servizio è un fenomeno generalizzato che colpisce moltissimi reparti, ma qui è particolarmente grave perché parliamo della psichiatria di punta che fa da riferimento per l’intero territorio provinciale. Infatti – prosegue il sindacalista – l’ospedale di San Bonifacio, che non ha la reperibilità durante le notti, i festivi e i prefestivi, concentra sulla Spcd 1 di Borgo Trento tutti i casi più gravi e difficili che non sono in grado di gestire. Il reparto serve, inoltre, il carcere di Montorio”.
All’origine del disagio risultano una serie di assenze a vario titolo, tutte perfettamente legittime, come maternità, congedo parentale, malattia, che non sono state gestite dall’azienda e che mettono in grave difficoltà chi resta in servizio, a fronte di un organico che anche quando è al completo non soddisfa pienamente le prescrizioni della DGR 1616/2008 per il calcolo del personale in area psichiatrica.

“Dovrebbe essere superfluo ricordare che parliamo di un settore delicatissimo, dove una simile carenza di lavoratori, che dura da ormai più di sei mesi, mina non soltanto la salute e la sicurezza del personale sanitario, ma anche la possibilità di fornire ai pazienti un servizio di qualità mantenendo un clima per quanto possibile sereno” aggiunge Mazza. “Soltanto per dare un dettaglio: nel reparto non ci sono più specchi; per ragioni di sicurezza sono stati tolti mesi fa e non si è ancora trovato il modo di ripristinarli. Stesso discorso per la mobilia rotta, mai più sostituita”.

“Chiediamo che queste mancanze vengano affrontate, non con soluzioni tampone come turni aggiuntivi o gli straordinari resi di fatto obbligatori, ma intervenendo sugli organici per prevedere e gestire le assenze per malattia, maternità, gravidanza, congedo, tenendo conto anche delle limitazioni allo svolgimento delle mansioni che affliggono una parte non trascurabile del personale” conclude il responsabile Fp Cgil. “E’ necessario che tutti gli operatori e le operatrici, gli infermieri e le infermiere siano messi nelle condizioni di lavorare in sicurezza e con la qualità necessaria, con particolare riguardo alla psichiatria che è uno dei reparti più complicati dove affluiscono i pazienti più difficili provenienti da tutto il territorio provinciale” conclude Mazza.