CGIL, CISl, UIL, hanno indetto lo stato di agitazione di tutto il personale di Province e Città
Metropolitane per evitare che la conversione in Legge del D.L. n. 50/2017 consolidi le
situazioni di difficoltà in cui versano oggi tali enti e che determinano da un lato una serie di
criticità nell’erogazione dei servizi offerti ai cittadini, dall’altro una condizione di notevole
precarietà vissuta dal personale impiegato in tali servizi, pesantemente penalizzato, anche
dal punto di vista salariale, dai tagli succedutisi negli ultimi anni.
Si pensava che il decreto legge n. 50 del 2017 fosse l’occasione per mettere Province e
Città Metropolitane nelle condizioni di poter finanziare i servizi fondamentali (strade,
scuole superiori e ambiente), ma le aspettative purtroppo sono rimaste deluse.
Lo scorso 16 marzo 2017, in audizione alla Commissione Bicamerale per il federalismo
fiscale la SOSE – Società del Ministero dell’Economia che tra l’altro ha il compito di
stabilire i fabbisogni standard degli Enti locali – ha consegnato un dossier nel quale si
attesta che lo squilibrio delle Province sulle funzioni fondamentali causato dai tagli imposti
dalle manovre economiche è pari a 651 milioni di euro e che, in particolare, per quanto
attiene la Provincia di Verona, la stima di squilibrio è stata quantificata in euro 7.162.150.
A questo squilibrio si aggiungono i 47,8 milioni di Euro che la Provincia di Verona dovrà
versare allo Stato per effetto delle manovre finanziarie degli ultimi anni, tra cui la Legge di
Stabilità del 2015 che ha comportato a regime un taglio di 2 miliardi per l’intero comparto
Enti Locali, di cui 1,7 miliardi a carico delle Province delle Regioni a Statuto Ordinario.
Ulteriori fondi saranno necessari per finanziare le funzioni non fondamentali i cui costi
sono sottostimati dalla Regione Veneto che non provvede a coprirli integralmente,
mettendo a rischio servizi sociali importanti quali, ad esempio, il trasporto disabili e
l’assistenza ai disabili sensoriali.
Ai tagli finanziari che hanno depotenziato la possibilità della Provincia di Verona di
garantire il livello dei servizi offerti, si è aggiunta una gestione della riforma del personale
lacunosa che, oltre al dimezzamento del personale in seguito alla riforma Delrio, ha visto
un’ulteriore uscita di personale verso altri enti per la concreta preoccupazione di perdere il
posto di lavoro. Ancora oggi, inoltre, il personale è in attesa di una riorganizzazione
dell’ente che redistribuisca i carichi di lavoro e le attività per garantire al meglio i servizi
offerti ai cittadini.
Al momento la Provincia di Verona è sopravvissuta solo grazie al depauperamento del suo
patrimonio, vendendo cioè azioni di importanti società partecipate del territorio veronese
(Autostrada Serenissima, ATV), palazzi e immobili di proprietà.
Per tali ragioni riteniamo fondamentale riprendere la nostra azione di pressione nei
confronti di tutte le istituzioni a partire da un presidio dei lavoratori della Provincia di
Verona in Piazza dei Signori il giorno mercoledì 24 maggio dalle ore 10 alle ore 12.