Pericolo all’Arsenale: contaminato il suolo

 
 

Di seguito la nota dei consiglieri PD Bertucco e La Paglia con la quale vengono svelati e denunciati i pericoli sanitari-ambientali nei giardini prospicienti l’Arsenale, proprio per questo transennati:

“La conferenza dei servizi del 12 luglio scorso, presa visione dei risultati del supplemento di indagine richiesto ai tecnici geologi sul rischio sanitario-ambientale all’interno dell’ex arsenale asburgico, ha confermato la misura dell’interdizione al pubblico mediante recinzione di un’altra porzione di parco in corrispondenza della trincea T8 scavata all’interno della Corte Centrale. 

Ecco spiegato il sistema di transennature sempre più invadenti cresciuto negli ultimi mesi dentro l’Arsenale di cui molti cittadini, disorientati dall’improvvisa inagibilità dei giardini interni, spesso ci chiedono conto. 

Stranamente non comunicate dall’imponente apparato comunicativo dell’amministrazione, queste misure rispondono ad una logica di “massima cautela” rispetto ad una situazione di conclamata contaminazione dei terreni da metalli pesanti (soprattutto piombo, in qualche caso cadmio e antimonio) evidente retaggio della passata presenza militare.

In alcuni punti la contaminazione ha penetrato il suolo tanto a fondo da indurre la Conferenza dei servizi a disporre un “piano di monitoraggio delle acque di falda con cadenza quadrimestrale”.

Si tratta in ogni caso di misure tampone in attesa della necessaria bonifica che deve accompagnare il piano di recupero dell’intero complesso di cui si parla da anni senza risultati.

Ma quanto è sicuro frequentare l’Arsenale oggi? Va detto che le analisi del rischio fino ad oggi condotte hanno decretato “l’accettabilità del rischio” per alcuni “recettori” oggetto di calcolo specifico come “gli operatori delle attività teatrali” e i “lavoratori con sede operativa nei locali interni degli edifici prospicienti il piazzale (Polizia municipale e associazioni culturali)”. 

Il principale veicolo di contaminazione è rappresentato dall’ingestione di suolo, più temibile del semplice contatto dermico o dell’inalazione di polveri o vapori. 

Dai verbali della conferenza emerge tuttavia che “il risultato di assenza di rischio si può facilmente spiegare con il fatto che il tasso di assorbimento di ingestione del suolo (mg/giorno) risulta essere molto inferiore per il ricettore lavoratore rispetto al ricettore bambino” e che “nel caso in cui per il sito gli strumenti urbanistici dovessero individuare delle destinazioni d’uso diverse sulla base di un eventuale progetto che dovesse essere realizzato sull’area, l’analisi del rischio dovrà essere rimodulata individuando i nuovi recettori ed il nuovo modello concettuale”. Insomma, per essere un rudere disabitato l’Arsenale non si comporta male, ma è davvero questa la situazione reale? 

 
 

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