“Il processo di trasformazione della Fiera è atteso da anni e in linea di massima è condivisa dalle forze politiche poiché si tratta dell’unico modo per valorizzare proprietà comunali (terreni, marchi) che altrimenti verrebbeo sostanzialmente messe a disposizione gratuitamente ai privati. Occorre però che il percorso da intraprendere sia chiaro e trasparente, come chiari e trasparenti debbono essere i vantaggi per il Comune. Al momento così non è, per questo motivo chiediamo la convocazione di una commissione consiliare con gli assessori e i vertici di Verona Fiere”.
Così i consiglieri comunali Michele Bertucco e Fabio Segattini.
“Il problema della trasparenza in Verona Fiere è attestato anche da alcune indagini in corso – aggiunge Michele Bertucco – la valorizzazione del patrimonio è cosa giusta ma ancora non si comprende dove questo management, che finora ha sempre negato ogni tipo di problema, voglia davvero arrivare”.
Incalza il consigliere Fabio Segattini: “Le decisioni vengono prese con una lentezza snervante e con poca chiarezza: tutte le altre fiere hanno già condotto questo tipo di trasformazione e i Comuni, altrove, sono rimasti in possesso degli asset fondamentali da cui ricavano reddittività per finanziare altri settore d’interesse. Il Comune di Verona invece dal proprio capitale di dotazione ricava appena 200 mila euro all’anno. Per la Fiera di Verona resta un problema di partecipazione al capitale, che ora vede impegnati unicamente istituti finanziari, evidentemente fuori dal proprio terreno, e di migliore impiego delle risorse. In questo senso sono convinto che la quotazione in borsa libererebbe la Fiera da tante incrostazioni accumulate negli anni”.