Panda Raid è la famosa prova motoristica su lunga distanza che si tiene annualmente con le inarrestabili 4×4 alla conquista del deserto del Marocco. Il gioco di parole, tipicamente spagnolo, è presto fatto: unendo Raid (prova a distanza) e Panda che, oltre ad indicare la mitica auto, significa anche “riunione di persone con l’intenzione di divertirsi”.
A rispondere a questa imperdibile chiamata quest’anno vi è un gruppo di 28 amici uniti per partecipare al rally più irriverente e anarchico di sempre, che sfida le legge del buon senso a bordo delle storiche Fiat Panda nella versione originale.
Dal 3 al 18 marzo 2020 in viaggio verso il Sahara, tra i 400 equipaggi provenienti da tutto il mondo, ce ne saranno anche alcuni made in Italy, e 14 partiranno dall’Arena di Verona con il nome condiviso di Panda Raid Verona. Sono i sette equipaggi della scuderia Omega, tre indipendenti e quattro del Company Rally Team.
Queste ultime vetture, in particolare, saranno insignite di uno slogan speciale, quello di STOP WOMEN VIOLENCE del gruppo Lady Rally Verona. Una scelta fortemente sentita, per motivare, aiutare e sostenere le donne, spesso oggetto di aggressioni e maltrattamenti.
Per tutte coloro le quali vengono aggredite fisicamente, ma anche vessate verbalmente, un messaggio di riscossa e motivazione che non a caso vuole arrivare fino in Africa, dove la situazione femminile è ancora molto precaria.
E’ chiaro che la violenza sulle donne in primis sia un problema culturale, per cui occorre agire a monte, insegnando e trasmettendo rispetto e valori già nelle scuole, perché è da lì che deve partire il cambiamento.
Quando c’è violenza, c’è sempre interruzione della parola. E quando c’è parola, tendenzialmente c’è sempre interruzione della violenza. (M. Recalcati).
Mossi da questo profondo ideale e dalla passione per lo sport, attraversando Italia, Francia, Spagna e Marocco, gli scaligeri saranno quindi ambasciatori contro la violenza femminile e porteranno ai villaggi africani giocattoli, vestiti e materiali scolastici, affinché i bambini possano crescere e, tramite l’educazione scolastica, essere il cambiamento per il futuro del loro paese.
Un’impresa resa possibile con il prezioso patrocinio del Comune di Verona, Telefono Rosa Verona, ACI Verona, P.A.V. Croce Verde Verona. Tuttavia, non manca lo spazio per chiunque volesse condividere il progetto e sostenerli, visti i costi impegnativi per comprare ed allestire i mezzi, equipaggiamenti ed attrezzature.
“Il deserto è bello. Ho sempre amato il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa riverbera in silenzio.
– Quello che rende più bello il deserto – disse il piccolo principe – è che nasconde un pozzo da qualche parte. Ciò che è più importante resta invisibile. E, procedendo in questo modo, al levare del giorno trovai il pozzo.” (Antoine de Saint-Exupéry – Il piccolo principe)
La gara si svolge attraverso un percorso di sette tappe nel deserto, la prima prevista proprio nel Women’s Day dell’8 marzo, la Giornata internazionale dei diritti della donna.
Una corsa intensa ed impegnativa, che regala l’emozione di attraversare paesaggi spettacolari, lontano dalla civiltà e dalla tecnologia.
In un mondo iper-connesso, dove grazie al GPS e ad Internet è impossibile perdersi, il Panda Raid si allontana volutamente dalla modernità e riscopre il piacere del viaggio. Bussola, roadbook ed intuizione saranno gli unici strumenti a disposizione, come nelle prime spedizioni e secondo il concetto autentico del rally-raid.
Ristori e tappe rigorosamente in tenda, tornando all’essenziale, condividendo pranzi improvvisati e riscoprendo lo spirito di sopravvivenza. Non c’è spazio per il superfluo, né per le mode. Un cielo stellato infinito, il silenzio, la natura. La sabbia e gli ostacoli che si possono trovare lungo il tragitto. Senza comodità, lasciando spazio allo sport ed ai rapporti umani. Non importa il tempo né la velocità, ma arrivare alla meta. Una lezione di vita da custodire.
La portabandiera della spedizione veronese è Tumolo Sabrina, pilota di rally dal 1993, istruttrice federale di 2°livello Aci Sport e formatrice nei corsi di prima licenza e guida sicura, nonché presidente proprio della scuderia Company Rally Team. Una donna forte, energica e grintosa che non si fa intimidire da un ambiente prevalentemente maschile. Raccolta la bionda chioma e infilata la tuta da rally, non la ferma nessuno. Eppure, in un mondo dove la differenza di genere ed i facili pregiudizi pesano ancora come macigni, nemmeno farsi strada negli sport motoristici è poi tanto facile. La rallysta da tempo combatte la violenza contro le donne e cerca di sensibilizzare la cittadinanza, anche con il gruppo Lady Rally Verona.
Un messaggio positivo che merita di essere ascoltato. Un esempio di sport e fair play, in un’unione di intenti e solidarietà oltre i confini e le etnie.
Infranti gli stereotipi e messi da parte i mazzi di fiori pro-forma, anche tra le gomme e la polvere si può celebrare la bellezza del femminile, onorandone la forza e la delicatezza, lottando contro ogni discriminazione di genere, contro l’idea radicata da secoli che il valore della donna sia secondario, calpestabile.
Scendendo in prima linea, attraversando quattro stati e arrivando fino all’opposto della nostra cultura, dove per molti paesi la donna non ha ancora la dignità di essere umano. La voglia di rivincita (e rispetto) femminile corre forte su una pandina.