Il copione, odioso, è quasi sempre lo stesso: una telefonata raggiunge l’anziano che vive da solo in casa e dall’altra parte l’interlocutore lo terrorizza facendogli credere che, se entro breve tempo non versa una somma in denaro a qualche sedicente avvocato, il figlio che è rimasto coinvolto in una vicenda penale finirà in carcere. Il poveretto o la poveretta racimolano quello che possono, lo consegnano nella speranza di “salvare” senza indugi il congiunto e poi, una volta che hanno pagato e il malfattore si è allontanato, si accorgono di essere stati vittime di un raggiro.Sarebbe finita probabilmente così anche per una vedova 70enne di San Giovanni Lupatoto. Dopo aver ricevuto la chiamata di un sedicente “Maresciallo dei Carabinieri di Verona” che la informava del fatto che il figlio aveva causato un tamponamento stradale con feriti e che per questo motivo, a meno che non avesse consegnato 1.600 euro, sarebbe finito in carcere, la donna è corsa all’ufficio postale. L’uomo al telefono si è naturalmente raccomandato di non far parola con nessuno dell’accaduto e di fare al più presto.
Qualcuno, tuttavia, si accorge del suo stato di agitazione ed avverte i Carabinieri della Stazione di San Giovanni Lupatoto. Il Maresciallo, quello vero, ascolta il racconto della donna ed in brevissimo tempo, con l’aiuto dei colleghi del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Verona, pianifica di seguire di nascosto la donna, di appostarsi nel suo appartamento e, quando l’ “avvocato” arriverà per ritirare la “cauzione”, bloccare la truffa.
Così vanno le cose: il truffatore riceve i soldi e i Carabinieri lo bloccano. L’uomo, un 27enne ambulante napoletano già noto alle forze dell’ordine, non ha neanche il tempo di abbozzare una resistenza che viene subito arrestato in flagranza e portato in carcere; il Tribunale di Verona, nella tarda mattinata di ieri, ha convalidato l’arresto disponendone nuovamente la custodia nella casa circondariale di Montorio.