La Diocesi di Verona replica alle accuse e speculazioni mosse in questo periodo circa la spoliazione alla città di un bene di pubblica utilità: l’Ostello della Gioventù che ha sede nella cinqucentesca “Villa Francescatti” in via Fontana del Ferro a Verona.
I chiarimenti e le precisazioni provengono dalla “penna” del Direttore di Verona Fedele, don Renzo Beghini in un articolo dedicato e pubblicato proprio oggi sul settimanale Diocesano che sarà disponibile in edicola nei prossimi giorni.
Lo pubblichiamo integralmente per non modificare o fuorviare in alcun modo la lettura.
Alberto Speciale
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Facciamo luce. Meglio, illuminiamo.
A fronte dei rumors, delle voci non sempre fondate e non bene informate che circolano su Villa Francescatti, sede dell’Ostello della gioventù e proprietà della Diocesi di Verona; a fronte delle notizie riportate dalla stampa locale con annesse dichiarazioni che fanno ribollire le coscienze e l’opinione pubblica sui rapporti tra Diocesi e Ostello, e che fanno gridare allo scippo, alla spilorceria, alla spoliazione della città di un bene pubblico;
e anche a fronte delle speculazioni sia di tipo politico (perché i paladini della laicità e della causa pubblica non mancano nemmeno a Verona) sia economico (senza alcun riferimento all’attuale gestore): a fronte di tutto questo, pare opportuno fare un po’ di chiarezza e quindi conoscere, e far conoscere, “carte alla mano”, lo stato dell’arte.
La narrazione di questi ultimi tempi si è sviluppata attorno alla presunta, asseritamente illecita, nonché deprecabile pretesa della Diocesi di vedersi riconsegnare Villa Francescatti.
Tre, almeno, i punti dolenti.
Innanzitutto il vincolo di destinazione d’uso. Perché – si dice – la Diocesi ha ricevuto il bene dalle Sorelle della Sacra Famiglia con il vincolo perpetuo di utilizzare la villa per l’ospitalità di giovani o di pellegrini.
L’atto di donazione delle Sorelle della Sacra Famiglia alla Diocesi di Verona risale al 1987. A sua volta la Diocesi ha gratuitamente messo a disposizione Villa Francescatti al Centro di cooperazione giovanile internazionale, associazione che ha come fine quello di accogliere ed
ospitare giovani nella città di Verona senza scopo di lucro.
In questi trent’anni la Diocesi non ha mai ricevuto né preteso alcun affitto né comunque contropartite.
L’atto di donazione di villa Francescatti da parte delle Sorelle della Sacra Famiglia alla Diocesi di Verona – così recita il testo – è avvenuto affinché gli immobili “venissero
adibiti ad opere di carattere religioso, educativo, istruttivo e ricreativo, di culto e di pubblica utilità in genere, a vantaggio dell’ente donatario a giudizio esclusivo del legale appresentante sotto le direttive impartite dall’autorità ecclesiastica diocesana la quale per i fini suddetti avrebbe potuto, come potrà, anche autorizzare il realizzo e lo smobilizzo”.
L’atto di donazione quindi non solo indica con chiarezza i molteplici usi caritativi cui la Diocesi può destinare la villa, ma ne contempla anche lo “smobilizzo”. Sempre tenendo
comunque presente che la Diocesi non è un ente con fine di lucro.
La voce secondo la quale Villa Francescatti è un immobile vincolato nel suo fine e utilizzo esclusivo di Ostello della gioventù è dunque del tutto infondata.
Una seconda voce dice che la Diocesi ha ricevuto molti contributi pubblici finalizzati a sistemare e ristrutturare Villa Francescatti come ostello della gioventù per cui non può ora disporne a suo piacere.
In soldoni: la Diocesi ha ricevuto soldi pubblici per l’ostello ed ora lo rivende ristrutturato e così ci guadagna.
Ebbene, le “carte” dicono che tutti gli impegni che la Diocesi aveva assunto tramite la generosa collaborazione del Centro cooperazione giovanile internazionale sono stati
pienamente rispettati secondo il vincolo di destinazione e quindi nelle finalità specifiche dei contributi, ultimo dei quali il contributo del Giubileo dell’anno 2000 che è scaduto nel 2011. In sintesi i contributi pubblici assegnati a Villa Francescatti con la finalità specifica rivolta
all’Ostello della gioventù, hanno nel tempo espletato il loro compito.
Questi fondi sono stati utilizzati per migliorare le condizioni dell’immobile, non di certo per acquistarlo o vincolarlo in modo permanente.
Una terza voce insiste sul fatto che la pretesa della Diocesi di tornare in possesso della villa – al netto delle “carte” legali – è perlomeno un atto d’imperio ingiusto e immorale perché non riconosce il servizio che l’Ostello della gioventù svolge per il bene della città tutta. Nella sostanza: un atto immorale compiuto da un ente morale.
Anche qui vanno richiamati alcuni passaggi intercorsi tra le parti.
L’ultimo accordo tra la Diocesi e l’Associazione, sottoscritto nel 2008 davanti a un notaio, stabiliva che Villa Francescatti dovesse essere resa alla Diocesi già il 21 dicembre del
2011. Tuttavia, riconoscendo che la restituzione pattuita veniva comunque dolorosamente vissuta dall’Associazione, che tanto si era impegnata lodevolmente per molti anni in tale servizio, nel 2014 è stato definitivamente concordato che Villa Francescatti sarebbe stata riconsegnata solo allo scadere del 2017.
Ben sei anni dopo, perciò, di quanto in precedenza concordato.
Questi i fatti. Queste le carte.
Anche l’aspetto morale della questione perciò, ci sembra sia stato salvaguardato da parte della Chiesa locale, la quale ha accettato senza obiezioni quanto infine stabilito a tal proposito. Da notare inoltre che, con il venir meno dell’utilizzo di Villa Francescatti, non viene a cessare la presenza di un Ostello giovanile a Verona, bensì ne viene limitata
l’offerta del numero di posti disponibili.
Infatti, grazie all’Amministrazione comunale, le attività dell’Associazione potranno continuare nell’immobile già messo a disposizione da anni per tale finalità nelle vicinanze dell’ex chiesa di Santa Chiara. Tutti auspichiamo che, quanto prima, si possano trovare
altri luoghi capaci di soddisfare le numerose richieste di accoglienza e di ospitalità.
Renzo Beghini