Osp. S. Bonifacio premiato per ricerca su ‘Febbri di Origine Sconosciuta’

 
 

L’Unità Operativa Complessa di Medicina Generale dell’Ospedale G. Fracastoro di San Bonifacio, diretta dalla Dott.ssa Sara Lombardi, ha conseguito un prestigioso premio a livello nazionale. È risultata infatti uno dei Migliori Centri di Ricerca partecipanti al registro FUO “Registro italiano delle febbri di origine sconosciuta”, classificandosi al quinto posto in una graduatoria stilata da un’apposita commissione della Società Scientifica Italiana FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), società scientifica di grande rilevanza nel panorama delle società di Medicina interna in Italia.

Il Premio, consegnato a Rimini durante la cerimonia conclusiva del Congresso Nazionale FADOI, è stato assegnato per il costante impegno, il numero dei pazienti arruolati e la qualità dei dati raccolti da parte dell’Unità Operativa dell’ULSS 9 nella partecipazione dello studio FADOI FUO.

Le febbri di origine sconosciuta (FUO) sono una patologia rara ma con rilevante morbilità, complessità diagnostica e alti costi sanitari. Nello studio FADOI sono stati registrati i casi con “quadro clinico caratterizzato dalla presenza di febbre riscontrata in più occasioni per una lasso di tempo superiore a 3 settimane, con difficoltà nel porre una diagnosi nonostante una serie di accertamenti effettuati in regime di degenza per almeno 3 giorni o in regime ambulatoriale dopo almeno 3 visite”.

Attualmente in letteratura le casistiche a disposizione sono poco numerose. Un dato particolarmente rilevante è che un numero consistente di FUO (dal 20% al 50% dei casi) resta ad eziologia sconosciuta, a fronte di un iter diagnostico particolarmente complesso e mirato. Attraverso un Registro Nazionale, in collaborazione tra le società FADOI e SIMIT, questo studio prospettico ha raccolto casi di FUO osservati in pazienti adulti ospedalizzati o valutati ambulatorialmente in 25 centri italiani (15 Unità di Malattie Infettive e 13 di Medicina Interna), fornendo un panorama aggiornato sulle cause di FUO, sulla loro evoluzione e sugli iter diagnostici utilizzati in Italia. La casistica è ampia, risente di varie realtà geografiche italiane ed è rappresentativa di vari setting sanitari.

Lo studio del Fracastoro, coordinato inizialmente dal Dott. Andrea Tedesco e successivamente portato a termine dalla Dott.ssa Maria Elena Bortolotti, è stato condotto dall’equipe di Medicina Generale dal 2019 al 2023, con prolungamento a causa della pandemia da SARS-CoV2. I pazienti arruolati nello studio sono stati seguiti in regime di ricovero e, successivamente, con un follow-up a sei mesi. Le indagini diagnostiche eseguite, gli esiti del ricovero e del follow-up in fase di elaborazione a livello nazionale, permetteranno di fotografare l’estrema complessità di queste infezioni all’interno dei reparti internistici insieme alle difficoltà intrinseche alla diagnosi, alla terapia e agli esiti della patologia. 

«È motivo di orgoglio – spiega la Dott.ssa Lombardi – che sia stato riconosciuto l’impegno costante della nostra equipe in un periodo storico così critico per la realtà ospedaliera pubblica, non solo nel fornire al meglio le cure ai pazienti ma anche nella partecipazione a iniziative nazionali volte a migliorare l’iter diagnostico e, soprattutto, la cura di tutti i pazienti».