La Guardia di finanza di Verona, all’esito di specifiche attività di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali perpetrate, in particolare, nel settore dei carburanti, dalle prime luci dell’alba sta dando esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di tre persone e a un decreto di sequestro preventivo di denaro, beni mobili e immobili, per un importo complessivo di oltre 79,4 milioni di euro.
I provvedimenti, assunti dal Gip del Tribunale di Verona (dott. Luciano Gorra) su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica (dott. Stefano Aresu), sono stati emessi nei confronti di tre soggetti, due residenti nella provincia di Verona e uno in quella di Napoli, nelle loro vesti di legali rappresentanti pro-tempore e amministratore di fatto di due società veronesi che commercializzano prodotti petroliferi all’ingrosso, sospettate di aver commesso l’ingente evasione fiscale.
Le tre persone sono indagate, in concorso tra loro, per le ipotesi di reato in materia fiscale («dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti», «dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici» ed «emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti»).
In ottemperanza ai suddetti provvedimenti – il cui sequestro costituisce una delle misure ablative più rilevanti eseguite negli ultimi anni dalle Fiamme Gialle scaligere – i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno portato agli arresti domiciliari i tre soggetti coinvolti e stanno ora procedendo ad assicurare allo Stato le disponibilità bancarie delle società e i beni degli stessi indagati.
Le attività investigative svolte, che hanno preso spunto dall’«analisi di rischio» del settore del commercio di carburanti nel veronese (aziende con rapido incremento volume d’affari, prezzi ribassati rispetto al mercato, anomale movimentazioni di denaro, etc.) hanno consentito di individuare una società di capitali con sede nella provincia di Verona che era stata posta al vertice di una filiera commerciale costituita da società appositamente interposte al fine di frodare l’IVA.
Più in dettaglio, all’esito di specifiche indagini condotte dai finanzieri della città capoluogo e di controlli fiscali svolti dal «Settore Contrasto Illeciti della Divisione Contribuenti» dell’Agenzia delle Entrate, è stato constatato che l’amministratore di fatto e quello di diritto di una delle suddette società avevano escogitato un particolare sistema contabile per evadere l’IVA dovuta nel 2018 e nel 2019 per un importo, complessivamente considerato, di oltre 76 milioni di euro.
Questi, infatti, dopo aver ceduto il prodotto petrolifero, con uno stratagemma contabile faceva risultare che l’IVA indicata nelle fatture di vendita, e conseguentemente incassata da diversi clienti, era stata erroneamente calcolata e quindi non l’avrebbe versata all’erario.
I militari della Guardia di finanza hanno altresì accertato che le stesse società si sono avvalse anche di fatture per operazioni inesistenti relative a falsi lavori di ristrutturazione immobiliare ovvero riferite a ricerche di mercato mai effettuate (si tratta di oltre oltre 4,7 milioni di euro).
I tre arrestati rischiano ora pene che possono raggiungere anche gli otto anni di carcere.
Gli esiti dell’operazione «FREE FUEL» rappresentano come in concreto la Guardia di finanza vigili costantemente su un settore esposto a frodi fiscali. Sul punto, si consideri che, oltre alle investigazioni dirette alla scoperta e alla repressione delle frodi fiscali nel settore della produzione e del commercio di prodotti petroliferi, i finanzieri svolgono in Verona e nella sua provincia anche attività diretta alla prevenzione degli stessi illeciti; da gennaio 2019 a ottobre 2020 sono stati effettuati 44 controlli rivolti agli impianti di produzione, ai depositi fiscali e ai distributori stradali.
Si segnala inoltre che, nello stesso periodo, a seguito di ulteriori attività investigative, sono stati sottoposti a sequestro oltre 165 mila litri di gasolio sottratto al pagamento dell’accisa (contrabbando). Sono stati, altresì, sottoposti a sequestro preventivo per equivalente denaro, beni mobili e immobili per oltre 74 milioni di euro, oltre ai 79,4 milioni sequestrati in data odierna.
La Guardia di finanza, quale unico organo di polizia giudiziaria ed economico-finanziaria con competenze specialistiche in campo tributario, opera quotidianamente per rispristinare le necessarie condizioni di giustizia e solidarietà tra Stato e cittadini; chi utilizza fatture false e mette in piedi articolati e complessi sistemi di frode fiscale, infatti, non è un contribuente in difficoltà, ma un vero e proprio criminale economico che sottrae risorse fondamentali per lo sviluppo e la crescita del Paese.