Oggi – con il MIUR – il dialogo per risolvere i problemi delle generazioni di domani

 
 

Imparare ad ascoltare i giovani per capirne difficoltà, bisogni e prospettive per il futuro. Questo l’obbiettivo della seconda fase del progetto di studio pluriennaleNoi, persone della società complessa”, dedicato al mondo della scuola e al rapporto studenti, genitori, insegnanti.

Il progetto, avviato nel 2018 con la pubblicazione del primo studio effettuato, è sostenuto dalla Presidenza del Consiglio comunale e dall’ufficio Miur di Verona.

In un contesto sociale sempre più complesso, con ritmi di vita accelerati e un’allargata difficoltà di comunicazione tra adulti e ragazzi, il progetto esplora, con il coinvolgimento delle scuole, nuove vie di interazione con il mondo giovanile. Al centro, il desiderio di comprendere davvero i problemi dei ragazzi nella società moderna, come l’ansia da performance, il cyber bullismo e la crisi relazionale.

Anche per l’edizione 2019 sarà seguita la modalità di studio-confronto tramite focus group con gli studenti, già attuata lo scorso anno. Nel progetto sono coinvolte le scuole secondarie di primo grado, con un’indagine specifica sugli studenti delle classi terze, e le secondarie di secondo grado, nelle quali saranno approfonditi i temi collegati alle difficoltà di comunicazione e alle aspettative per il futuro.

Le fasi di avanzamento del progetto sono state illustrate questa mattina dal presidente del Consiglio comunale Ciro Maschio. Presenti Margherita Forestan, coordinatrice per Verona del progetto europeo Democrazia locale, il sociologo Riccardo Giumelli curatore dello studio “Noi, persone della società complessa” e delle pubblicazioni collegate e il direttore dell’Ufficio Provinciale di Verona Albino Barresi.

Manca la capacità di ascoltarsi – sottolinea il presidente Maschioe, soprattutto, di ascoltare loro, i ragazzi di oggi, una generazione in forte crisi di identità e sempre più in difficoltà nei rapporti con se stessa e la società. Al centro del progetto, quindi, la volontà di capirli, coinvolgendo gli studenti in gruppi di lavoro che, partendo dalle loro esperienze reali, cercano di definirne bisogni e difficoltà. In una società dai ritmi sempre più frenetici, dettati da tempi sociali sempre più pressanti, l’ascolto intergenerazionale diventa l’unico modo per entrare veramente in relazione e, comprendendo le necessità dei giovani, di realizzare interventi di effettiva utilità per il loro futuro”.

 
 

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