Nuova Curia, tre delegati episcopali: un prete, una teologa, un professionista

 
 

Il vescovo Domenico Pompili ha aggiunto un nuovo tassello all’opera di riassetto della Chiesa di Verona: nei giorni scorsi sono stati nominati i delegati episcopali dei tre ambiti che comporranno la Curia diocesana, confermando il proposito di valorizzare i laici e la presenza femminile in ruoli apicali. 

In particolare la scelta è ricaduta su don Davide Adami per l’Ambito dell’Annuncio, che comprende i servizi all’Evangelizzazione, alla Liturgia, alla Formazione, alla Spiritualità e agli Stati di vita; Lucia Vantini è stata delegata per l’Ambito della Prossimità, che comprende i servizi legati alla Fragilità, al Coordinamento culturale, alla Missione e Dialogo, alla Vita sociale; a Roberto Marrella la delega per l’Area Servizi generali, che comprende il Servizio legale, il Servizio comunicazioni sociali e il Servizio gestione risorse economiche-culturali. Inoltre, mons. Ezio Falavegna, già coordinatore del processo di riassetto, è stato nominato Moderatore della Curia diocesana. 

Come spiegato dal vescovo Domenico nel corso del ritiro del clero dello scorso giugno, la Curia diocesana sarà (assieme al Collegio dei Vicari) uno dei due “luoghi o tempi di scelta”, i quali saranno sorretti da due “luoghi o tempi di ascolto”, ossia il Consiglio pastorale diocesano e il Consiglio presbiterale.

I luoghi o tempi di scelta

La Curia vedrà una stretta collaborazione tra vescovo, vicario generale, moderatore della curia e i tre delegati episcopali, i quali dovranno curare il dialogo tra e dentro gli Ambiti dell’Annuncio e della Prossimità e l’Area Servizi generali. Ai delegati episcopali spetterà quindi il compito di coordinare l’attività del proprio Ambito o Area, avendo cura di condividere con i referenti dei diversi Servizi (che saranno nominati nei prossimi mesi) l’attuazione di una convergenza ed essenzializzazione dei compiti loro affidati, nello stile proprio della dimensione sinodale. 

Il Collegio dei vicari, composto dai 14 vicari urbani e foranei, si ritrova con il vescovo, il vicario generale e il cancelliere vescovile, per affrontare questioni che riguardano il bene della Chiesa di Verona e per dare seguito alle indicazioni pastorali emerse nel Consiglio Pastorale diocesano e nel Consiglio Presbiterale, a cui alcuni di loro parteciperanno. Finalità sono: promuovere l’attività pastorale comune nell’ambito del territorio dei Vicariati alla luce degli orientamenti consegnati dal Consiglio Pastorale diocesano e dal Consiglio Presbiterale; favorire un cammino formativo con i presbiteri e i diaconi all’interno delle congreghe nei Vicariati; coordinare l’impegno ad accompagnare le nuove forme di comunità e i loro organismi di partecipazione.

I luoghi o tempi di ascolto

Il Consiglio presbiterale è un organo di corresponsabilità e partecipazione dei presbiteri al ministero del vescovo, a servizio della Chiesa di Verona. Ha voto consultivo ovvero offre un parere al vescovo che è invitato all’ascolto sulle questioni di maggiore importanza che riguardino il governo della Diocesi ed è obbligato all’ascolto in particolari situazioni (tra cui celebrazione Sinodo, erezione e soppressione parrocchia, costruzione di una nuova chiesa); lo stesso vescovo può attribuire al Consiglio presbiterale voto deliberativo su singole questioni, mentre non spetta ad esso trattare questioni che riguardino persone singole, oppure relative a nomine, rimozioni, trasferimenti.

Il Consiglio pastorale diocesano è espressione qualificata della sinodalità della Chiesa locale: ha il compito di “studiare, valutare e proporre conclusioni operative su quanto riguarda le attività pastorali della diocesi”. In particolare, il Consiglio: lavora instretta sinergia con il Consiglio presbiterale; opera un discernimento sulle sfi de pastorali più urgenti della Chiesa di Verona e presenta proposte concrete per affrontarle in maniera adeguata; offre il proprio parere su temi proposti dal vescovo.

Lo spirito del riassetto

«Lo spirito del “riassettare le reti” – spiega mons. Pompili – è quello enunciato sin dall’inizio che mira non a stravolgere, ma a rivelare la fisonomia di una Chiesa che è caratterizzata dalla missione, cioè al di là di sé stessa, in una modalità sinodale così da esprimere chiaramente la diaconia, cioè un servizio reso a tutti sia nell’ordine della fede che della carità, così da sorreggere la speranza oggi sempre più difficile».

L’intero processo di riassetto, che risponde ad un desiderio di alleggerimento delle strutture e dei servizi, è inscritto all’interno dei diversi cantieri dell’anno sapienziale del Cammino sinodale delle Chiese in Italia (2023-2024). Secondo lo stesso Vescovo, «il cammino è stato creativo perché, rispetto a quanto condiviso ad ottobre 2023 con la proposta di una ridefinizione della Curia, si è giunti ad una più ampia rivisitazione della vita della Chiesa diocesana, valorizzando l’apporto dei diversi momenti di confronto. Questo esercizio di discernimento si è concretizzato in più di 100 appuntamenti che hanno avuto il merito di definire l’identità di una Chiesa consapevole della chiamata e della missione».

Alcuni cenni biografici 

Don Davide Adami ha vissuto il suo ministero presbiterale in diversi ambiti della Chiesa: vicario parrocchiale a Chievo; fidei donum in Ciad; parroco nell’unità pastorale di San Martino Buon Albergo; un tempo di studio presso l’Istituto ecumenico San Bernardino di Venezia; collaboratore dell’Ufficio diocesano Migrantes; parroco moderatore del Beato Carlo Steeb; vicario urbano di Verona nord-est e ora parroco di San Massimo all’Adige

Lucia Vantini, sposata, tre figli. Dottore in Filosofia e in Teologia; docente in varie Università (Roma, Venezia, Padova, Bari, oltre che all’Issr e allo Studio teologico di Verona); presidente del Coordinamento delle teologhe italiane; autrice di numerosi studi, particolarmente attenta all’esperienza umana della libertà incarnata, con i limiti della finitezza ma anche con le aperture ad altro

Roberto Marrella, sposato, tre figli. Ha studiato Ingegneria civile a Genova, Economia a Milano con il Master in Business administration alla Bocconi, Management dei beni culturali a Roma. Si è occupato di pianificazione, controllo, sviluppo prodotti, governance, gestione informatica, sviluppo della compagnia on line in grandi aziende italiane e straniere. Consulente su temi aziendali e assicurativi. È stato presidente di “Cem mondialità”, presidente diocesano dell’Azione Cattolica e moderatore del Consiglio pastorale diocesano ed è tuttora coordinatore di “Agorà della Mondialità”

Mons. Ezio Falavegna è sacerdote dal 1983. Docente dello Studio teologico S. Zeno dal 1993 e della Facoltà teologica del Triveneto dal 2007; segretario generale del Sinodo diocesano (2002-2006); attuale parroco dei Santi Apostoli e di San Nicolò all’Arena.