Nubi plumbee sul Catullo – Bertucco: “Dura requisitoria dei magistrati. Faccioli portiere di SAVE”

 
 

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune.

“Dopo i rilievi dell’Autorità Anticorruzione Anac, che aveva giudicato “irregolari” le modalità attuate dai soci pubblici dell’aeroporto Catullo per far entrare, senza svolgimento di gara pubblica, i nuovi soci privati della Save, un’altra bordata si abbatte sulla legittimità dell’operazione, questa volta proveniente dalla Corte dei Conti. I magistrati contabili rivolgono infatti una durissima requisitoria, con tanto di trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica, nei confronti del Comune di Villafranca che, lo ricordiamo, con la cessione delle sue quote della Catullo funzionò da porta di servizio per l’entrata dei veneziani.
Scrive la Corte: “Questa Sezione, avuta lettura delle controdeduzioni del Comune di Villafranca di Verona (VR) a riscontro delle risultanze istruttorie di A.N.A.C., contenute nella delibera testè citata, ritiene di dover sottolineare la assoluta non veridicità delle dichiarazioni del Comune relative alla cessione della quota di proprietà della Società Valerio Catullo spa, la quale sarebbe stata effettuata, a suo dire, tramite trattativa diretta in ottemperanza ai “richiami della Corte dei Conti del Veneto alla alienazione delle azioni di proprietà della Società Catullo, al fine di evitare che la pesante situazione debitoria della Società potesse incidere sui bilanci degli enti locali soci” e ancora che “dal punto di vista contabile ed amministrativo il Comune di Villafranca di Verona si è conformato alle indicazioni della Corte dei Conti del Veneto in ordine alla progressiva dismissione delle partecipazioni societarie dell’Aeroporto Valerio Catullo Spa”.
E ancora: “Il Comune di Villafranca di Verona ha erroneamente inteso le delibere di questa Corte, tramite le quali non è stata affatto suggerita la cessione della Società Aeroporto Catullo spa (e tantomeno a trattativa privata diretta), ma al contrario è stata sollecitata, così come previsto per legge, una idonea e sana gestione societaria delle partecipate […] In ogni caso questa Corte mai si è espressa (e non avrebbe potuto farlo) in merito alle modalità con le quali l’ente locale è tenuto a dismettere le proprie quote […] La scelta di cessione a trattativa diretta, dunque, non è stata in alcun modo né vagliata, né autorizzata da questa Corte, come si può evincere chiaramente dalle deliberazioni sopra richiamate. […] Da quanto sopra sottolineato, emerge quindi la non veridicità delle affermazioni svolte dal Comune, che evidentemente ha ritenuto di utilizzare argomentazioni erronee in sede difensiva, di fronte alle contestazioni dell’Anac, di cui si è dato conto in precedenza”.
Viene dunque sbugiardata la linea di difesa avverso ai rilievi dell’Anac finora sostenuta dal Comune di Villafranca che nella persona dell’allora Sindaco Mario Faccioli, non più tardi del 22 marzo scorso, faceva credere di aver sempre agito “coperto” dai pareri positivi della Corte dei Conti. Per usare le sue parole esatte: “La situazione debitoria e le modifiche societarie della Catullo sono state relazionate costantemente dal nostro Comune alla Corte dei Conti. Di tale situazione la Corte non solo è al corrente, ma ci ha sempre chiesto di porre attenzione seguendone gli sviluppi”.
E’ questo probabilmente l’inizio della fine per la farsa che il centrodestra veronese tira avanti da troppo tempo, prima sperperando le risorse dei veronesi investite al Catullo; poi svendendo lo scalo ai primi arrivati in cambio della pace giudiziaria e di investimenti inesistenti. Significativo il ritardo con cui è partita l’azione di responsabilità verso l’ex presidente Bortolazzi. Altrettanto significativo è che il “portiere” di Save, Mario Faccioli, sia stato promosso presidente di Agsm Energia.  Lui che piagnucolava perché “Chi ha salvato il Catullo ora è indagato”…
 
 

1 COMMENTO

  1. Stando a quando scrivete ci sono problematiche tali, tra irregolarità ricorsi giudici sentenze, fanno pensare che sulla pista aereoportuale di Brescia non vedremo atterrare e decollare niente anche questa estate. Qui a Bergamo c’è l’illusione che qualche aereo finisca lì. Sarà un’ altra estate torrida per Bergamo. Si andrà oltre i 14 milioni di passeggeri nel 2019. Non si dormirà neanche la notte. Quando la pista di Orio chiude per manutenzione le compagnie aeree non vanno a venezia treviso o verona, ma scelgono Brescia. Purtroppo la pista di Brescia si trova in una fogna politica e gestionale, come voi evidenziate, che tiene lontane le compagnie aeree che non sono soggetti pubblici pieni di liquidità di denaro e quindi investono i propri soldini solo in realtà industriali i cui soggetti aereoportuali sono professionali e capaci. Forza Verona!! Se cresce Verona cresce anche Brescia …

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