Nella seduta di ieri, giovedì 19 dicembre, il Consiglio di amministrazione di Agec ha disposto l’acquisizione di un ulteriore approfondimento tecnico, il terzo in ordine di tempo dopo il parere del professor Giovanni Sala acquisito nel 2022 e la perizia tecnica acquisita da una società specializzata nel corso del 2023, per valutare la rispondenza di Agec Onoranze funebri ai requisiti della Legge Madia sulla razionalizzazione delle società partecipate pubbliche. Nelle more del nuovo procedimento, che andrà strettamente condiviso con il Comune di Verona, il mantenimento della partecipazione di Agec in Onoranze Funebri si intende confermata anche per il 2025.
“La polemica montata dal consigliere Zavarise è servita soltanto a incutere ansia e preoccupazione nei lavoratori di Agec Onoranze Funebri: occorre forse spiegare al Consigliere che le delibere si formano durante la seduta del Consiglio di Amministrazione, non prima e al di fuori” commenta la Presidente Agec Anita Viviani.
“Lo scrupolo del Consiglio di Amministrazione nel valutare con attenzione l’adempimento normativo della razionalizzazione, imposto dalla Legge, è fondato” sottolinea.
“Le evidenze di natura tecnica e giuridica raccolte finora concordano nell’indicare la partecipazione di Agec in Onoranze Funebri appesa al filo sottile dei cosiddetti servizi istituzionali, ovvero dei funerali di povertà e della raccolta delle salme sulla pubblica via, ad esempio in occasione di sinistri stradali, che la Legge regionale pone in capo ai Comuni” continua Viviani.
“Tale attività istituzionale rappresenta tuttavia soltanto l’1,5-2% della struttura dei costi della partecipata. Una media degli ultimi anni è infatti di 23 funerali di povertà all’anno e di 77 recuperi di salme su pubblica via, per un costo che oscilla tra i 70 mila e i 100 mila euro all’anno. Vale a dire che per oltre il 98% quella di Onoranze Funebri è un’attività commerciale a tutti gli effetti”.
“La Legge sulla razionalizzazione delle partecipate, così come la giurisprudenza proveniente dalle sentenze della Cassazione e della Corte dei Conti, sono chiarissime nel circoscrivere lo spazio dell’iniziativa imprenditoriale pubblica a quegli ambiti strettamente necessari al perseguimento dei fini istituzionali che il mercato non riuscirebbe a soddisfare in maniera consona o a prezzi accessibili. Nell’ipotesi di razionalizzazione dei servizi istituzionali, che è dovere dell’Azienda e del Comune prendere in considerazione, con tutte le garanzie di salvaguardia dei posti di lavoro, e che non deve per forza risolversi con una vendita, si dovrà quindi svolgere un’attenta valutazione del rapporto costi-benefici e dei rischi che il mantenimento di tale partecipazione può comportare”.
“La questione va affrontata su un terreno normativo molto complesso, su cui il Consiglio di Amministrazione intende svolgere ulteriori approfondimenti per giungere a una decisione attenta, che prenda in considerazione tutti gli aspetti diretti e indiretti conseguenti alle proprie delibere. Su queste basi ogni contributo che entri nel merito della risoluzione della questione, che riguarda, non da oggi, l’intero Comune di Verona, è il benvenuto, purché non sia finalizzato a spargere inutilmente ansia e paura tra i lavoratori, che, ripeto, non hanno nulla da temere dai prossimi eventuali passaggi societari” conclude la Presidente.