Tanto tuonò che piovve. No, non questa volta. Storicamente abituato a subire scissioni, il centrosinistra veronese compie il salto di maturità e fa scuola. I dissapori in Giunta si gestiscono. Tradotto, non esistono problemi ma soluzioni, e se proprio la soluzione non si dovesse trovare, si partoriscono decisioni non unanimi, rispettando le divergenze di minoranze all’interno della maggioranza. Bel colpo. Scelta intelligente di un’amministrazione che decide di sposare la linea del prospettivismo, amplificando la visione e facendo parlare le opere. Il circuito filoviario l’esempio principe: tratti realizzati a tempo di record, Strad. Maffei/San Fermo l’ultimo in ordine cronologico, e alto gradimento dell’infrastruttura del nuovo sottopasso, strategico per gli spostamenti dei veronesi. Un atteggiamento che paga perché scansa le polemiche e produce. Proprio quello che cercano gli elettori, da destra a sinistra, in tantissimi stanchi di votare promesse vacue e assistere a grotteschi contrasti su giorni del ricordo/memoria, braccia tese o qualsiasi altra cagata senza concretezza. Verona negli anni ha perso i suoi gioielli, depauperando il patrimonio: Cariverona, Banca Popolare di Verona, Cattolica, Aeroporto Catullo e Fondazione Arena, soltanto per citarne alcuni, erano assets finanziari determinanti, oggi scomparsi o fortemente depotenziati. Verona merita molto di più dello sputtanamento di inchieste – Report – che, come se non bastasse, allungano l’ombra della Mafia sulla città dell’Arena. Senza dubbio serve maggiore responsabilità, per spazzare via ogni possibile allaccio con la malavita e far ripartire la città. Aver superato gli steccati di incomprensioni, gelosie e rivendicazioni, e’ decisamente un buon punto di ripartenza, a beneficio dell’unità per il proseguio dell’amministrazione Tommasi, fin qui promossa.
L’usciere