Sono stati sorpresi da un agente delle volanti fuori servizio mentre si trovavano accovacciati intenti ad armeggiare accanto alla vespa che avevano preso di mira, in Via Brigata Aosta. Non appena si sono resi conto di aver attirato la sua attenzione, sono saliti a bordo della loro BMW nel tentativo di scappare, senza desistere dall’intento anche quando il giovane gli ha intimato l’alt, qualificandosi come agente della Polizia di Stato. Hanno così inserito la retromarcia cercando di seminarlo, intralciati, però, dal traffico delle auto che bloccavano la strada diretta a San Massimo, dove era in corso una sagra.
È proprio in quel frangente che sono stati affiancati dal poliziotto – nel frattempo salito a bordo della propria auto – ma, noncuranti della sua presenza, hanno incominciato a minacciarlo di morte e sono sfrecciati via invadendo il marciapiede per cercare di sottrarsi al suo campo visivo.
Nonostante le manovre evasive escogitate dalla coppia per seminarlo, l’agente è però riuscito a seguire ogni loro spostamento descrivendo, passo per passo, ciascun movimento alla sala operativa della questura: durante il tragitto, infatti, pur consapevoli di essere inseguiti dall’agente, i malviventi si sono fermati per un frangente all’altezza del campo nomadi di strada la Rizza, dove altri due giovani sono saliti a bordo della BMW per poi sfrecciare via verso il centro della città.
La loro fuga si è però conclusa quando, all’incrocio tra via delle Nazioni e via Copernico, sono stati accerchiati da tre volanti che nel frattempo, in collegamento telefonico con l’agente libero dal servizio, hanno seguito passo per passo la strada percorsa dal poliziotto per consegnarli nelle mani dei colleghi.
Dei quattro nomadi bloccati, due sono finiti in manette con l’accusa di tentato furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. Gli arrestati sono due italiani di quarantadue e ventidue anni, entrambi gravati da numerose condanne e pendenti di polizia per reati specifici. A carico del più giovane risulta anche una recente sentenza di condanna per omicidio stradale; nei confronti dell’altro, invece, grava un avviso orale – ancora pendente – per delitti della stessa specie e per violenza sessuale.
Condotti in Lungadige Galtarossa dove sono stati trattenuti nelle camere di sicurezza in attesa del rito, direttissimo, i due malviventi sono comparsi questa mattina davanti al giudice che, dopo la convalida degli arresti, ha disposto la misura degli arresti domiciliari per il più grande e la misura della presentazione alla Polizia Giudiziaria due volte la settimana per il più giovane.