Sicuramente il voto di domenica a Roma sarà importante, ma a Napoli si gioca una partita che può avere risvolti a carattere nazionale, da non sottovalutare. Se De Magistris vince, userà la vittoria a Roma e non a Napoli. Con l’obiettivo, ormai quasi dichiarato, di unirsi ad un movimento di opposizione con i 5 Stelle ed eventualmente la Lega, proponendo un vero e proprio laboratorio di una nuova geografia politica italiana, in cui i 5 Stelle, con la Lega e i movimenti antagonisti, tipo quello di DeMa, diventino l’alternativa a Renzi. Scalzerebbe così la destra, sempre più in affanno e momentaneamente privata del suo leader più rappresentativo, facendo saltare il disegno politico del riformismo istituzionale ed elettorale di Renzi, cioè quello di proporre una dialettica politica di stampo nordeuropeo in cui la competizione è l’alternanza normale e repubblicana ( nel senso dei valori comuni europei e liberali) tra centrosinistra e centrodestra. A questo disegno si oppone l’avventura: unire le opposizioni radicali, massimaliste, estremiste ed antieuropee di destra e di sinistra in un unico movimento. Che si spera potenzialmente maggioritario e vera anima dell’alternativa al Pd, a partire dalla battaglia al referendum di ottobre. Sarebbe la balcanizzazione dell’Italia. Come possa questo scarso ex magistrato e inconcludente sindaco di una bellissima città come Napoli ambire, con ragione, purtroppo, ad un ruolo di leadership nazionale è una delle tante contraddizioni della politica italiana.
Ma per contrastare questa deriva estremista sono essenziali due cose: che il centrodestra moderato, quello di Berlusconi, torni allo spirito repubblicano, quello del Nazareno, licenziando il suo impresentabile capogruppo alla Camera che usa toni capaci solo di dare benzina al motore degli sfascisti e sostenga le riforme istituzionali; che ovunque ci sia il “voto repubblicano” e siano sconfitti, intanto, i candidati dell’asse grillini, Lega, estremisti vari (Roma, Torino, Bologna , Napoli). Milano fortunatamente è un caso a parte, è l’esempio positivo, invidiabile ed auspicabile dell’alternanza civile, tranquilla, costruttiva, riformista ed europea, un modello da esportare in tutta Italia. Tra il moderato Lettieri e l’estremista De Magistris un democratico, un elettore di centrosinistra non dovrebbe avere dubbi da che parte stare. Poi si passerà alla partita del referendum dove la partita diventerà più chiara, da una parte chi vuole un Paese capace di progredire civilmente, dall’altra il partito del “tanto peggio, tanto meglio”.