Il Consiglio Comunale di Verona all’unanimità ha espresso, nella tarda serata di giovedì 18 febbraio, solidarietà alla popolazione del Nagorno Karabakh e attraverso un ordine del giorno ha invitato il sindaco e la giunta a chiedere alle istituzioni italiane di riconoscere la Repubblica dell’Artsakh.
L’iniziativa è stata sottoscritta dai consiglieri comunali Alberto Zelger (primo firmatario), Vito Comencini, Maria Fiore Adami, Laura Bocchi, Paola Bressan, Matteo De Marzi, Daniela Drudi, Alessandro Gennari, Anna Grassi, Gianmarco Padovani, Rosario Russo, Roberto Simeoni e Andrea Velardi.
“Nei mesi scorsi la pacifica popolazione del Nagorno Karabakh è stata vittima di un terribile conflitto armato, che ha visto in particolar modo l’azione dell’esercito turco e di mercenari jihadisti a sostegno delle forze armate dell’Azerbaijan– spiega il consigliere Zelger, primo firmatario -. La Repubblica dell’Artsakh rivendica da oltre un secolo la propria annessione all’Armenia. È arrivato il momento che venga applicato il principio di autodeterminazione dei popoli, per dare seguito alle giuste rivendicazioni territoriali”.
Secondo l’On. Vito Comencini, deputato del Carroccio, “La politica aggressiva della Turchia di Erdogan fa intravedere una pericolosa destabilizzazione del Caucaso, zona in cui tra l’altro passano gasdotti e oleodotti importanti anche per l’approvvigionamento energetico dell’Europa. Oggi, dopo più di un secolo dai crimini commessi nei confronti del popolo armeno e ignorati troppo a lungo dagli Stati occidentali, si aggiungono le recenti aggressioni che rendono necessaria un’esplicita condanna della prepotenza turca”.
L’ordine del giorno, inoltre, condanna l’ennesima aggressione al popolo della Repubblica dell’Artsakh e impegna il sindaco e la giunta a farsi portavoce nei confronti del governo italiano riguardo alle ingerenze della Turchia nei territori caucasici. L’iniziativa punta anche a proporre alla Regione Veneto un gemellaggio con il Nagorno Karabakh e a promuovere progetti di approfondimento storico sulle vicende del popolo armeno, coinvolgendo il ministero dell’Istruzione e quindi le scuole italiane.