MU.RA – MUseo della RAdiocomunicazione, ma nel nome si evoca anche la cinta muraria in cui rientra Porta Nuova patrimonio Unesco: è già una realtà, nata da Alberto Chiàntera e portata avanti dal figlio Francesco e ha avuto un’anticipazione di quella che sarà la sua prossima, nuova sede, Porta Nuova, con una mostra l’anno scorso. Adesso è solo questione di attendere il termine dei lavori di restauro conservativo in atto da qui a metà 2021, per dare degna collocazione al suo punto focale, l’antenna, e ad una selezione di cimeli pregiati e simbolici, tappe nella storia del wireless da Marconi ai giorni nostri; previste anche mostre temporanee, per valorizzare il resto della collezione Chiàntera, ricca di centinaia di pezzi.
Francesco, lieto reduce da un costruttivo incontro in Comune ad assodare il progetto, sottolinea ciò che di sostanziale è stato illustrato a palazzo Barbieri:”La ricaduta sul territorio del MU.RA sarà uno dei suoi valori, perchè arricchirà Verona di un ulteriore riferimento culturale, leggibile in più, importanti prospettive, a partire dal contenitore – Porta Nuova, patrimonio Unesco che verrà restituito al pubblico – e arrivando al contenuto, una raccolta unica, sia per qualità che per quantità“.
Un target di pubblico trasversale, quello del MU.RA., che testimonia la continuità tra un’invenzione del passato – il wireless – e le sue applicazioni nel tempo, fino all’attualità: “Radio, tv, cellulari per fare gli esempi più immediati, ovvero strumenti di massa, utilizzati globalmente“. Altro punto di forza sarà la “localizzazione strategica, tra la stazione e l’ingresso del centro storico; il museo sarà anche punto di distribuzione della Verona card” aggiunge Francesco, che tiene molto a due ulteriori obiettivi legati alla sua “creatura”, ovvero l’ecosostenibilità e l’inclusione sociale. Conclude, infatti, il direttore: “MU.RA. si avvarrà di ogni possibile soluzione che rispetti l’ambiente e permetta risparmio e riciclo; inoltre punto a coinvolgere associazioni – o singoli – con disabilità, per creare coesione e opportunità di lavoro. Un modo in più per fare di questo museo un luogo della città“.