“Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’INAIL tra gennaio e agosto 2021 a livello nazionale sono state 349.449, 772 delle quali con esito mortale“.
Questi i primi numeri presentati all’interno della riunione della Prima Commissione Sicurezza di Palazzo Barbieri, presieduta dal consigliere comunale della Lega Andrea Bacciga. Il focus, come si è intuito dall’ingresso, si è concentrato su una delle ‘stragi’ più silenziose (purtroppo) perché costanti nel tempo e nei tempi: le morti bianche sul posto di lavoro.
Ospiti della riunione di Bacciga un nutrito e importante gruppo di relatori, a partire dal sindaco di Verona Federico Sboarina, l’assessore ai Servizi Sociali Maria Daniela Maellare, Luciano Giovinazzo, presidente territoriale dell’Associazione Nazionale Lavoratori, Mutilati e Invalidi del Lavoro (ANMIL), Fortunato Cassini, vicepresidente territoriale ANMIL e l’avvocato Marco Crescimbeni, direttore d’Area Risorse Umane e Strumentali del Comune di Verona.
“Una strage, considerando che si tratta di un momento in cui le persone stanno producendo, facendo sacrifici per sé e per la propria famiglia – commenta Sboarina –. Ringrazio il presidente Bacciga perché questa tematica assume oggi una rilevanza ancora più importante in questo periodo, in cui si parla di diritto al lavoro, di Green pass sì e di Green pass no. Con il Covid il lavoro si era fermato e oggi progressivamente si torna in presenza. Ci si preoccupa giustamente dei protocolli sanitari ma i problemi sulla sicurezza sono rimasti. E se i numeri sono così macroscopici c’è ancora tante da fare”.
“La nostra è un’associazione di lunga storia che insiste nel territorio veronese – spiega Cassini –. Ci occupiamo a 360 gradi della tematica lavoro e infortuni, abbiamo un istituto di formazione e di inserimento professionale e ci appoggiamo all’Istituto di protesi di Budrio. Pensiamo che sia fondamentale la sponsorizzazione della cultura della sicurezza e il nostro desiderio è di portare nelle scuole questa consapevolezza. Andare a spiegare ai ragazzi la tematica e chiedere anche a loro quali possono essere le soluzioni. Negli anni, leggi, regolamenti e norme in alcuni casi sono stati disattesi, e le pene e le sanzioni non hanno ottenuto l’effetto sperato. E a ciò aggiungiamo scarsità dei controlli per una serie di motivi, come la carenza di personale, a cui si aggiunge una poca consapevolezza dei rischi e un’inadeguata formazione. Tutti questi fattori fotografano la situazione di oggi”.
“Molte persone hanno contratti a termine e non sanno se poi ci sarà una nuova opportunità. Questa condizione psicologica di precarietà può creare problemi di concentrazione – sottolinea Giovinazzo –. Quando invece c’è una stabilità lavorativa si possono svolgere le mansioni con maggiore concentrazione”.
“La visibilità è già un passo avanti – aggiunge Cassini –. Darci possibilità di agire con le scuole è fondamentale“.
Bacciga, dopo aver ribadito il proprio personale sdegno e preoccupazione nei confronti della mancanza di tutele e sicurezza sul posto di lavoro, ha proposto al tavolo di lavoro che l’ora di educazione civica possa essere messa a disposizione anche per la sicurezza sul lavoro.
L’assessore Maellare gli fa eco chiedendo ai responsabili di ANMIL una proposta scritta da veicolare agli istituti: “Sicuramente la precarizzazione crea insicurezza. Le morti un tempo si registravano soprattutto nell’edilizia, ora vediamo che anche il settore manifatturiero è coinvolto e ciò a causa della non adeguata manutenzione dei macchinari“.
I dati dei dipendenti del Comune di Verona: nel 2018 sono stati 53 infortuni su 2.000 lavoratori, tra cui 13 nella Polizia municipale e 14 negli asili nido; nel 2019 44, 19 nella Polizia municipale e 4 negli asili nidi, e nel 2020, anno particolare con molti uffici chiusi per il lockdown, 32 sono stati gli infortuni, tra cui 12 nella Polizia e 6 negli asili nido.