Morale alto e Umiltà

 
 

Le dichiarazioni dell’allenatore gialloblù Paolo Zanetti, rilasciate nell’antivigilia di Hellas Verona-Juventus, match valido per la 2a di Serie A Enilive 2024/25, e in programma dopodomani, lunedì 26 agosto, alle ore 20.45, allo stadio ‘Bentegodi’.

Mister, dopo la vittoria contro il Napoli è stata una settimana al centro dell’attenzione per il Verona, teme qualche distrazione? “Non dobbiamo avere timore, ma dobbiamo stare attenti, ed è un aspetto su cui abbiamo lavorato in settimana. Abbiamo dimostrato di avere degli alti e bassi e non dobbiamo rischiare di riaverne. Nelle ultime due partite abbiamo fatto esperienza, sia in negativo che positivo. L’esperienza ci fa capire come dobbiamo andare in campo, come preparare una partita importante con le giuste motivazioni. La settimana è stata ottima, non poteva che essere così. Il morale è alto come è giusto che sia, ma bisogna continuare a essere umili, se non ancora di più. Ci aspetta una prova molto difficile, lunedì giocheremo contro una squadra che sta bene fisicamente ed è già rodata”.

In attacco vedremo ancora il cambio Mosquera per Tengstedt? “La scorsa domenica non ha vinto chi ha fatto gol, ma ha vinto la squadra. C’è stato chi ha corso tantissimo nel primo tempo, e poi la partita si è evoluta nella ripresa. Considero chi entra importante come chi parte dall’inizio. Nel calcio moderno è così. I ragazzi si giocano il posto ogni settimana in allenamento, sgomitano per una maglia da titolare, la conquistano o la perdono. Le scelte vengono fatte in base alla partita e a chi sta meglio, a chi mi ha dato dei segnali, vado a guardare anche i dettagli. Gioca chi sta meglio”.

Con il Napoli avete sorpreso per il disegno tattico messo in atto, come giocherete lunedì? “La Juventus è una squadra molto dinamica in fase di costruzione, con pochi punti di riferimento, è difficile ragionare sulle loro posizioni in campo. Giocano sempre a cinque in fase offensiva, ma i giocatori tra loro sono intercambiabili. Hanno un mister dalle idee interessanti, che destabilizza la tattica che l’avversario può immaginare. Per tutti questi motivi noi dobbiamo ragionare sul nostro modo di difendere. Non possiamo concedere spazio, loro hanno giocatori importanti, di gamba, forti nell’uno contro uno, le distanze saranno fondamentali”.

Vedremo Belahyane in campo dal primo minuto dopo la prestazione fatta contro il Napoli? “Ho scelto Reda in quel momento non perché Dani non sia pronto, ma perché ha caratteristiche diverse. Serviva un giocatore che entrasse in gara subito e così è stato. È entrato in partita bene, sulla pressione, sulle seconde palle. Per lui vale lo stesso discorso come per gli altri: tutti giocano e si allenano per conquistare il posto, e l’allenatore a volte deve rendere anche qualcosa indietro. Faremo le nostre valutazioni anche in base all’avversario, alle caratteristiche che ci servono lunedì. È entrato bene e si meriterebbe di giocare”.

Settimana più difficile dopo la vittoria con il Napoli per mantenere equilibrio? “Alla squadra ho fatto un paragone su quello che eravamo stati sei giorni prima e sei giorni dopo. Come dicevo anche dopo il Cesena, la squadra ha qualità e capacità, si deve consolidare e fare il proprio percorso di crescita. Conosciamo i nostri limiti quando andiamo in campo senza la giusta condizione. È importante dopo un risultato così consolidare le nostre capacità, avere entusiasmo e credere nel nostro lavoro. Se affrontassimo la Juve in maniera presuntuosa prenderemmo una scoppola. L’umiltà deve essere al primo posto, consapevoli che abbiamo le nostre armi per fare male a tutti”.

Come si affronta questa Juventus? “Sarà determinante la nostra identità, quello che dovremo fare noi. Non possiamo concedere spazi, essere lunghi o non essere aggressivi. L’idea di gioco che hanno tende a scomporre un po’ il tuo modo di difendere, quindi dovremo mettere in campo un blocco squadra importante, che sa quello che si deve fare, con atteggiamento umile. Non prendere gol diventa determinante per noi”.

Come sta la squadra? “Siamo messi bene a parte Serdar, tutti disponibili. A livello numerico dovrò fare delle scelte, sono in una difficoltà ‘positiva’. In tanti meriterebbero una maglia, i ragazzi hanno fatto un buon lavoro. La partita contro il Napoli – a parte Suat – non ha lasciato strascichi, andiamo avanti con la giusta condizione mentale e fisica”.

Sta dando grande fiducia a Coppola, un ragazzo del 2003 ma con 50 presenze in Serie A, cosa le sta dando? “Penso che Diego possa diventare un giocatore importante per il calcio italiano. Può davvero ambire a un qualcosa di grosso. Ha un po’ di tutto ed è un ragazzo molto intelligente, sempre con l’atteggiamento giusto sia in settimana che in partita. Sente la mia fiducia e sta rispondendo bene. Deve rimanere umile, concentrato, sul pezzo, lui come tutti gli altri. Penso sia un ragazzo che può ambire a un futuro importante”.

Un parere sulla partita di Frese contro il Napoli? “La sua prestazione l’ho analizzata con attenzione. Dal punto di vista difensivo penso non abbia mai fatto una gara così importante. Con la palla ha avuto tre situazioni dove in pochi minuti è andato in confusione, ma può starci. Al di là dei suoi errori, a me sono piaciuti i compagni che ci hanno messo una pezza, cosa che la settimana prima non avevamo fatto. La squadra ha voluto far vedere a tutti che sta lavorando per diventare squadra. Il risultato spesso è dimostrazione di quello che si fa in campo. Ai ragazzi ho mostrato il loro lavoro per ricucire a uno sbaglio, non gli errori di Frese, interventi che dimostravano l’atteggiamento di una squadra che non voleva prendere gol. Significa essere gruppo. Frese in quel momento andava rincuorato, altre volte l’ho bastonato, come con tutti, non ho preferenze per lui. Ora c’è un’altra partita, per me lui è un buon giocatore e continuerà a giocare se se lo merita”.

Difficile amalgamare questo gruppo così eterogeneo? “È difficile dal punto di vista comunicativo, ma quello che conta poi è la predisposizione dei giocatori. Ad esempio con Livramento parlo in inglese, ma ciò che dico lo fa, come con altri giocatori. Lui è un ragazzo sveglio, predisposto, affamato e con qualità. Quello che è davvero importante è il rapporto che si crea tra i calciatori, conta la loro comunicazione. Il calcio è un insieme di connessioni, tecniche e comunicative. Stiamo crescendo anche in questo, i ragazzi si stanno conoscendo, fa parte del percorso. La bravura sta nel loro mettersi a disposizione. Il linguaggio comune poi è sempre quello del campo”.