Con Decreto n. 276 del 30 aprile 2021 di direttore della Difesa Suolo della Regione Veneto ha concesso la proroga di 5 anni dei termini per la conclusione dei lavori di coltivazione ed autorizzazione alla variante non sostanziale al programma di coltivazione della Cava di sabbia e ghiaia, denominata “Ferrazze”, della ditta Segala Srl, sita in Verona nella frazione di Montorio in Via Falcona.
L’ area dove si inserisce la cava è individuata ad Est di Verona, nel triangolo costituito dagli abitati di Montorio, S. Michele Extra e S. Martino Buon Albergo, in prossimità dell‘abitato di Ferrazze. Essa appartiene ad una conoide fluviale di età Rissiana formata da consistenti depositi ghiaiosi e sabbiosi, ricoperti in superficie dal caratteristico strato argilloso di alterazione ferrettizzato, potente fino ad oltre un metro.
Caratteristica dei depositi rissiani è la contenuta dimensione granulometrica dei suoi elementi e la grande percentuale di carbonati presenti nel deposito stesso, il che rende il materiale estratto di particolare pregio. Assai interessante ed importante dal punto di vista idrogeologico, è la presenza, nella zona, del banco di argilla citato a circa 15 m dal piano campagna, la sua importanza è dovuta, da un lato al fatto che tale banco determina il limite inferiore degli scavi, dall’altro che esso costituisce il letto della prima falda libera la quale, pur essendo relativamente superficiale e di spessore non elevato, è una falda abbastanza ricca.
La cava di sabbia e ghiaia denominata “Ferrazze”, è stata autorizzata con DGRV n. 1341 del 11.03.1980, a cui sono seguite varie proroghe dei termini, a causa delle numerose variazione di intestazione della titolarità (da Segala Luciano passando da Segala Luciano Srl a Segala Srl), fino all’ultima rilasciata con Decreto del Direttore della Direzione Difesa del Suolo n. 54 del 20/02/2018, il quale stabiliva che i lavori di coltivazione (estrazione e sistemazione) dovevano concludersi entro il 31.12.2020.
Con l’applicazione dell’art. 12 della Legge Regionale Veneto n. 13 del 16 marzo 2018 si potrà ottenere una sola ulteriore proroga dei termini di coltivazione mentre il giacimento di cava è in fase di esaurimento ed il programma di sistemazione finale vigente è quello approvato con la DGRV 1341/1980, e mai adeguato alle attività svolte nell’ambito di cava nel periodo intercorso, che hanno modificato morfologicamente la zona Nord-orientale del bacino principale (zona degli impianti di lavorazione e piazzali di stoccaggio). Con l’istanza di proroga presentata dalla ditta Segala Srl è stata anche proposta anche una Variante non sostanziale al programma di sistemazione in adeguamento all’assetto morfologico in essere.
La necessità e la motivazione dell’ulteriore ed attuale istanza di proroga, si legge nel Decreto 276/2021, si fonda sia sulla drastica riduzione dell’andamento di mercato, aggravata ulteriormente dalla pandemia da Covid-19, sia sul fatto che, a fronte della stima eseguita dalla ditta sul periodo inteso come numero di anni di coltivazione, necessario al completamento del giacimento autorizzato, poi proposto nelle precedenti richieste di proroga da parte della ditta, la Regione accordava periodi ben più brevi. La ditta peraltro, al fine di trovare sbocchi economici in altri mercati ed in linea ai principi della L.R. n. 13/2018 (comma 2 art, 1), presso il piazzale di cava, ha realizzato, sulla zona centro-settentrionale di cava, un’area adibita a centro di recupero rifiuti non pericolosi in procedura semplificata autorizzato con determinazione provinciale n. 3643/03 del 30/06/2003 (e successive proroghe). Ricordiamo che con Determinazione n. 1188/18 del 12 aprile 2018 la Provincia di Verona ha archiviato la diffida di cui alla nota del 24 agosto 2016 e revocato parzialmente il divieto di prosecuzione dell’attività (qui articolo).
La cava di ghiaia sita “Ferrazze” è attiva da prima dell’entrata in vigore delle leggi regionali sull’attività di cava ed ha una superficie autorizzata di circa 215.000 mq, ivi comprese tutte le superfici di rispetto e di servizio.
La Relazione Tecnica (elaborato n. 7) di accompagnamento alla istanza di proroga dei termini di coltivazione e di variante non sostanziale al programma di sistemazione evidenzia che la profondità dello scavo previsto dal progetto autorizzato, arriva fino ad un banco di argilla, che costituisce il letto della falda freatica; la sua profondità minima si trova a circa 15 metri dall’originario piano campagna (p.c.), considerando i limiti planimetrici del programma di estrazione che, nel caso di specie sono assimilabili a quelli del programma di sistemazione (la restituzione morfologica in fase estrattiva corrisponde al piano di sistemazione) e sovrapponendo a questi il rilievo di aggiornamento eseguito (23/11/2020), risulta che rimangono da estrarre due superfici: la prima, posta sullo spigolo Sud-orientale del bacino principale e la seconda posta sullo spigolo Nord-orientale con campitura marrone la prima e con campitura azzurra la seconda.
La Ditta ha deciso, si legge nella documentazione, già da alcuni anni, di rinunciare al completamento dell’estrazione dell’Area 2 e attualmente la zona si presenta con una banchina leggermente più ribassata della banchina circumlacuale, su cui negli anni si è affermata una vegetazione prativa coerente all’ambiente. Per tale motivo l’estrazione attiva è circoscritta alla sola Area 1, la ditta, inoltre, ha deciso di mantenere una pendenza media della scarpata a lago di circa 30/35 gradi, pertanto, caratterizzata da una zona di maggiore estrazione posta sullo spigolo Sud-orientale del lago ed una zona di rettificazione della sponda a lago meridionale, per la fascia fuori falda.
Tutte le altre superfici di cava, dal punto di vista estrattivo, sono completate ed avviate alla sistemazione, a parte la zona degli impianti di lavorazione degli inerti.
L’art. 12 della L.R. 13/2018 al comma 3 evidenzia che: “Il termine per la conclusione dei lavori di estrazione può essere prorogato, su motivata richiesta del titolare, per una sola volta e per un periodo comunque non superiore alla metà del periodo stabilito dall’autorizzazione originaria, in conformità a criteri e parametri stabiliti dalla Giunta regionale.”. Nel caso di specie l’autorizzazione rilasciata con la D.G.R.V. n. 1341 del 11.03.1980 prevedeva un periodo di coltivazione di 10 anni (termine al 31/12/1990), per cui la proroga può essere rilasciata per non più di 5 anni. Il successivo comma 5 evidenzia, inoltre, che: Per le cave di sabbia e ghiaia la proroga comunque non può essere superiore al rapporto tra le riserve residue e la produzione media annua degli ultimi tre anni di effettiva produzione”.
Nel caso di specie la produzione degli ultimi tre anni si assesta in 700 mc per l’anno 2018, 870 mc per l’anno 2019 e 2760 mc per l’anno 2020 e, pertanto, nella cava Ferrazze il trend medio estrattivo è di circa 1.450 mc/anno. Dividendo il volume residuale stimato al paragrafo 2.1, ossia 10.758 mc per il trend medio estrattivo di 1.450 mc/anno, il periodo necessario al completamento dell’estrazione assomma a = 10.758 + 1.450 = 7,4 anni. Per il combinato disposto dei due commi summenzionati, la proroga richiesta è di 5 anni.
Dopo l’autorizzazione ricevuta con la DGRV n. 1341 del 11.03.1980, nell’ambito oggi interessato dagli impianti di cava e dai piazzali Nord-orientali si è attivata e poi conclusa una discarica di seconda categoria tipo A. La discarica, che prevedeva il tombamento parziale del bacino estrattivo, mediante stoccaggio di inerti da scavo fino al piano degli impianti, fu autorizzata con Decreto del Presidente della Provincia di Verona n. 724 del 24/07/1991 e definitivamente chiusa con Determinazione del Dirigente Settore Ecologia della Provincia di Verona n. 6943/03 del 02/12/2003.
Altra variazione intercorsa riguarda la costruzione degli impianti di cava, i quali, non essendo stati realizzati in applicazione della legge regionale in materia di attività estrattiva, ma legittimati da autorizzazione in sanatoria e agibilità, rilasciate dal Comune di Verona nell’anno 1999, mantengono la loro potenziale attività anche dopo la chiusura dell’autorizzazione di cava.
Tale attività ha fatto sì che l’ambito Nord-orientale della cava oggi apprezzabile non sia più coerente con il programma di sistemazione approvato e, per tale ragione, la ditta necessita di una variazione del programma vigente adeguandolo alla situazione morfologica e logistica attuale. Ai fini della definizione della sistemazione morfologica finale la gran parte dell’area di cava è da anni completata sotto l’aspetto estrattivo e assoggettata alla sistemazione vegetazionale, anche grazie alla capacità naturale di colonizzazione naturale, pertanto la ditta propone il nuovo programma di sistemazione morfologica, prendendo atto della conformazione morfologica esistente, ormai consolidata da decenni, ossia:
- dei riempimenti eseguiti nella zona Nord e Nord-orientale, che hanno allargato la zona degli impianti e dei piazzali di stoccaggio, a scapito del bacino di cava;
- della rinuncia dell’estrazione della zona dello spigolo Nord-occidentale del bacino principale (Area 2 );
- della conformazione delle scarpate a lago nelle zone di più vecchia estrazione;
- della zona degli impianti.
Nelle zone di estrazione attiva, invece, si è adottata una pendenza della scarpata a lago di circa 30-35 gradi, anziché i 45° originariamente previsti, mantenendo la banchina circumlacuale ad una larghezza di almeno 10 metri. Su quest’ultima non si prevede la stesura di terreno, in ottemperanza alla prescrizione di cui all’autorizzazione, ma anche per il fatto che rapidamente essa verrà interessata da colonizzazione erbacea. Parimenti la ditta non prevede la stesura di terreno sulla scarpata a lago, al fine di evitare l’innesco di eutrofizzazione dello specchio d’acqua, considerando anche il fatto che la rinaturalizzazione avverrà comunque. Infine la Segala Srl evidenza che il lago presenta acque assai limpide, sede di intensa colonizzazione da parte di fauna ittica e di avifauna palustre, quali anatidi, aironi e cormorani.
Le scarpate a monte sono già esistenti e coerenti con la sistemazione approvata, oltre che essere completamente coperte da vegetazione arboreo-arbustiva ed a tratti prativa. Quindi, per la ditta, la gran parte della superficie di cava è già attualmente ricomposta anche sotto l’aspetto vegetazionale. Complessivamente le scarpate già coperte da vegetazione arborea interessano circa 8.220 mq, rappresentando circa il 32,5% delle scarpate di cava, quest’ultime intese come la somma tra le scarpate a monte (circa 6510 mq) e le scarpate a lago (circa 18.790 mq).
Al fine di dare completezza al rinverdimento esistente, la ditta prevede che in fase di chiusura della cava si provveda osservando 4 differenti consecutive tipologie di interventi.
Da segnalare che con nota del 16.12.2020 è stata trasmessa dalla Regione Veneto la comunicazione di avvio del procedimento al Comune di Verona (VR) per la pubblicazione dell’istanza all’Albo Pretorio comunale e con nota in data 08.01.2021 pervenuta in Regione il Comune di Verona (VR) ha trasmesso il referto di pubblicazione dell’istanza dal 21.12.2020 al 05.01.2021, attestando che in tale periodo non sono pervenute osservazioni o opposizioni.
Pensiero personale: per quanto sopra, come peraltro accaduto in altre situazioni (presentazione manifestazioni di interesse, presentazione candidature per rinnovi organi amministrativi, ….) sarebbe opportuno evitare pubblicazioni sensibili duranti i mesi in cui è notoriamente evidente la “bassa attenzione” dei cittadini alla lettura delle pubblicazioni amministrative in quanto ricadenti in periodi di festività.
Alberto Speciale