Si è presentato nella giornata di ieri, domenica 10 ottobre, un cittadino di origine moldava di 34 anni, residente in Italia a Pianiga (nel veneziano) in arrivo con il volo da Chisinau delle 15.20, però a dargli il benvenuto questa volta non ha trovato i suoi cari, ma gli uomini della Polizia di Frontiera Aerea di Verona che lo stavano aspettando per arrestarlo.
Sull’uomo pendeva infatti un Ordine di esecuzione per la carcerazione emesso in data 1 ottobre scorso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Venezia su un mandato di arresto europeo emesso dall’Autorità greca.
Il cittadino moldavo è stato riconosciuto colpevole dei reati di trasporto illecito all’interno del territorio nazionale greco di cittadini extracomunitari, nonché, ricettazione di un autoveicolo di provenienza illecita, veicolo utilizzato per il trasporto dei cittadini irregolari ed entrati clandestinamente in Grecia.
Per i reati commessi, l’uomo dovrà ora scontare una pena di ben 23 anni di reclusione. “Un duro colpo oggi è stato inferto dagli uomini della Polaria di Verona al contrasto del triste fenomeno del “traffico degli essere umani, un mercato criminale prevalentemente svolto da organizzazioni transnazionali per fini di lucro e consistente nell’illecito trasferimento di una o più persone dal territorio di uno Stato ad un altro, ovvero all’interno dello stesso Stato” ha dichiarato il dirigente della Polaria di Verona, il vice Questore della Polizia di Stato, Roberto Salvo.
“Al trasferimento da uno Stato di origine ad uno di destinazione – ha aggiunto -, possono poi seguire comportamenti finalizzati allo sfruttamento sessuale ed economico dei migranti, ottenuto attraverso l’utilizzo su di loro della violenza, del ricatto e dell’inganno. Vittime di questo mercato criminale sono diverse migliaia di migranti tra i quali, piuttosto elevato, è il numero delle donne e dei bambini, considerati da questi criminali semplice merce. I trafficanti di persone, non si limitano poi soltanto a garantire lo spostamento delle persone da uno Stato ad un altro, in quanto il loro rapporto con la persona trasportata si protrae anche nel paese di destinazione, finendo con il ridurle in una vera e propria condizione di schiavitù”.
Dopo le formalità di rito, il cittadino moldavo è stato accompagnato dal personale della Polaria di Verona nel carcere di Montorio a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Venezia.