Michele Croce sul Filobus: “Sindaco ripensaci, quest’opera non farà bene alla città”

 
 

Non usa mezze parole il presidente di Prima Verona, Michele Croce, per descrive la situazione del Filobus. Assieme a lui anche alcuni rappresentati dei comitati “No Filobus” hanno manifestato perplessità sulla reale utilità dell’Opera, che rischia di lasciare a piedi migliaia di persone, andando a peggiorare i problemi del traffico. Dalla sala si sono alzate anche le voci dei cittadini stanchi di non essere ricevuti e ascoltati dalle istituzioni.

Sabato 8 febbraio al Liston 12, tra i rappresentanti dei comitati erano presenti Caterina Danzi, presidente di Avatar degli Alberi, Stefano Peretti del Comitato Quartieri Attivi 6, 7 e 8 circoscrizione, Giovanni Valenza Presidente Comitato S. Paolo, Claudio Rubagotti di “Operafilavia di Borgo Venezia”.

Croce e i rappresentanti dei Comitati, carte alla mano, hanno fortemente ridimensionato la reale utilità del filobus, che oltre ad arrecare forti disagi nei quartieri in fase di costruzione – con cantieri sparsi per tutta la città – ha portato all’abbattimento di centinaia di alberi, al cambio dei sensi di marcia e alla chiusura di diverse attività con tutta una serie di disservizi collegati.

Il presidente di Prima Verona spiega che: «Anche nel 2018, il Comune aveva accertato e certificato la dannosità del filobus, che rispetto ad oggi lascerà a piedi 3.000 persone all’ora in Stazione di Porta Nuova, senza contare che alcune zone della città non saranno mai coperte dal servizio pubblico».

Vengono riportati i casi dei quartieri Golosine, Santa Lucia e Navigatori che saranno serviti con frequenza ridotta di metà rispetto all’attuale, una parte del quartiere Saval non sarà servito (via Faliero), così come parte di via San Marco – Zona Don Calabria.

«Il fatto che il Comune abbia prima progettato il Filobus e poi pensato al PUMS (Piano Urbano Mobilità Sostenibile) fa capire come questo progetto non sia integrato nella città e gli amministratori avrebbero fatto meglio a rispondere alle esigenze dei cittadini potenziando, invece che riducendo la frequenza dei mezzi pubblici, pensando invece che al Filobus a bus elettrici» dice Croce.

E prosegue: «Ma il sindaco non ha voluto ascoltare e adesso rischiamo di buttare oltre 140 milioni di euro, di cui 57 a carico esclusivo dei Veronesi. I lavori inoltre sono partiti senza autorizzazione, che è stata fatta più tardi e ora i cantieri sono praticamente fermi, una situazione imbarazzante che rischia di indebitare la città per decenni. Sindaco ripensaci e ferma questo mostro».

In chiusura i comitati e Croce sosterranno una raccolta di firme, lontana da bandiere politiche, per mettere insieme le voci di molti Veronesi che si oppongono al Filobus.

 
 
Lucrezia Melissari
Classe '93, idealista per scelta, decido di laurearmi in Lettere e di seguito in Editoria e giornalismo all’Università di Verona. Adoro leggere e collezionare libri antichi che cerco in modo quasi maniacale nei mercatini di tutta Italia. La curiosità mi trascina sempre alla ricerca di storie da raccontare e al giornalismo affianco la passione per la fotografia convinta che le immagini possano descrivere con immediatezza la nostra realtà. Pratico judo da tanti anni nella speranza di diventare, se non invicibile, almeno più saggia.

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