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«La rivoluzione digitale è un rimbecillimento». «No, papà: la rete è parte essenziale della vita».
L’apparenza anche questa volta fa il suo ingrato “dovere”; all’inganno del pensiero (o, meglio, di quell’insieme di costrutti che formano dei pregiudizi talvolta esagerati) si aggiunge l’impressione di essere di fronte ad uno scontro intergenerazionale.
Lo avvertono anzitutto i tanti papà e le tante mamme presenti ieri sera al Teatro Stimate per la conferenza di presentazione dell’ultima fatica letteraria di Aldo Cazzullo.
«Si vive con lo specchio in mano. Siete una generazione con lo sguardo basso; e l’immagine riflessa su cui siete chini è sempre la vostra. Non ve lo dico come polemica, ma con infinito amore e un po’ di preoccupazione, perché vedo in voi i primi sintomi della malattia che ha già contagiato per primi noi adulti: il narcisismo di massa»
“Metti via quel cellulare” (Mondadori, pp. 195, euro 17) è il tentativo, lo sguardo, l’appello di un padre che vuole cercare di ritornare protagonista del suo tempo con i propri figli. A cui vuole un bene dell’anima, nonostante siano sempre iperconnessi con la loro realtà (quindi, di fatto, soli insieme ad altre solitudini).
Durante la serata sono intervenuti anche l’avvocato Andrea Bacciga, consigliere comunale e membro della commissione Cultura, Angelo Paratico, scrittore e storico e Giovanni Masciola, giornalista e saggista.
Riflessioni e domande intervallate da Giulia Cailotto, applauditissima nei suoi interventi di narrazione ed interpretazione delle parole del libro di Cazzullo.