Memorial Bonetti, Baskettando s’impara

 
 

È stata una tre giorni di festa quella che ha visto protagonisti tanti piccoli cestisti durante il II Memorial Luciano Bonetti a Povegliano Veronese.

Un Torneo riservato alla categoria aquilotti (2007/2008) che ha saputo scaldare i cuori del numero pubblico presente. Tra questi anche l’ex giocatore della Glaxo Verona Alessandro Frosini, ora Direttore Sportivo della Grissin Bon Reggio Emilia che è venuto a fare il tifo per i suoi figli.

E che dire di Sandro Bordato, ex Presidente proprio della Buster, che ha voluto sottolineare la bellezza nel vedere questi mini cestisti giocare e divertirsi. È la bellezza di uno sport sempre più in crescita.

È stato un torneo davvero di alto livello viste le formazioni presenti a partire dai padroni di casa del Buster Basket, ai campioni uscenti della Blu Orobica Basket Bergamo, all’Aquila Basket Trento, al Petrarca Basket Padova, alla News Basket Brescia, al San Pio X di Mantova e infine alla società che ha percorso la distanza maggiore per essere presente, la USE Basket Empoli che dalla Toscana.

Non è nemmeno mancato, per la giornata delle finali, uno spettacolo di slam dunk (gara di schiacciate) che saputo incuriosire, divertire ma soprattutto emozionare i tanti atleti e tutto il numeroso pubblico presente. Chi si è esibito ha saputo coinvolgere i piccoli giocatori con schiacciate da urlo che hanno regalato passione e calore ricevendo in cambio numerosi e appassionati applausi.

L’occasione è stata propizia per intervistare il giovane Presidente della Buster, Alessio Zamberlan, un ragazzo dalle idee chiare sul futuro della propria società.

Alessio è davvero una persona che ama la pallacanestro. E le sue dichiarazioni sono talmente chiare e limpidi da essere inequivocabili.

Cosa significa per te pallacanestro?
La pallacanestro per me è una grande passione. Ed è sostanzialmente la mia linea guida sin da bambino. È stata tutta la parte più divertente fino adesso. Poterlo fare anche adesso, da Presidente con tutti questi bambini presenti e che provengono da diverse parti d’Italia è davvero emozionante”.

Una società, la vostra, in crescita. Che ne pensi?

Direi proprio di sì, questo è il movimento, questo è il futuro del basket. Un merito alla mia società ma soprattutto ai miei collaboratori che sono in grado di organizzare tornei come questo. Un grazie ovviamente anche ai miei istruttori, tutte persone preparate che lavorano quotidianamente per creare anche eventi come questo”.

Cosa significa per voi l’arrivo di una cestista come Nicoletta Caselin?

“È un piacere avere ora con noi una persona come Nicoletta Caselin. Il suo lo scorso anno ha sicuramente fatto fare un salto di qualità alla nostra società. Una progressione numerica e di sostanza. In effetti quest’anno abbiamo raddoppiato il numero dei nostri collaboratori”.

Quale futuro per i suoi cestisti?

Difficile fare delle previsioni, forse qualcuno riuscirà a sfondare nel mondo della pallacanestro ma questo è qualcosa che verrà dopo perché credo e ne sono convinto che la nostra sia una pallacanestro fatta non solo di numeri ma anche di qualità”.

Ha qualche sogno nel cassetto?

Vorrei che questa società diventasse in futuro un’istituzione della città e che le famiglie e i ragazzi si riconoscessero come Buster per i nostri valori seguendoci per gli anni a venire”.

Ed infine eccoci a parlare con il nuovo Direttore Generale della società, un’autentica stella del basket nazionale, Nicoletta Caselin (nella foto sotto), ex giocatrice di Schio e Bologna ma soprattutto 147 volte in nazionale. Nel suo palmares un argento agli europei femminili di Brno nel 1995 nelle fila della Nazionale Femminile.

Perché Nicoletta Caselin è approdata al Buster?

Ho avuto un invito, lo scorso anno, per venir a far parte di questo grande gruppo, famiglia, squadra e debbo dire di aver trovato sin dai primi istanti una grande sintonia con i miei valori e principi, con quello che per me, in fondo, è la pallacanestro. Non è solo prime squadre, anzi è settore giovanile, minibasket e soprattutto territorio. E in breve tempo mi sono sentita come se chi mi è accanto lo conoscessi da sempre”.

Che idea se fatta di Luciano Bonetti, il dirigente della Buster a cui è intitolato il Torneo?
Io, personalmente, non ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente, ma l’ho vissuto attraverso i racconti di chi lo ha davvero vissuto ed il quadro che ne è uscito è senza ombra di dubbio positivo per la stima e l’affetto che molti provavano nei suoi confronti, per cui posso dire che ora un pochino lo conosco pure io”.

Cosa significa per te fare attività giovanile di base nel basket?

Io credo che fare attività giovani significa vedere bambini divertirsi tantissimo con un pallone in mano. Se noi non dimentichiamo mai di guardare i loro occhi, i loro sorrisi quando giocano, allora abbiamo in mente cos’è la pallacanestro. E non dobbiamo mai perdere questo filo nemmeno quando c’è l’agonismo, quando giustamente il livello si alza”.

Da dove si potrebbe partire per far conoscere il basket ai bambini?

Per la Buster significa fare anche un intenso lavoro nelle scuole. Quest’anno la società ha realizzato un progetto, “Baskettando s’impara”, che ha visto coinvolti diecimila bambini.
Vuol dire che Buster ha anche grandi numeri a partire dai 600 iscritti nei settori giovanili e minibasket.

Ma anche istruttori, collaboratori e genitori. Forse uno arriverà a giocare in serie A e per noi sarà comunque una grande soddisfazione e per questo gli riserveremo l’onore che merita, ma faremo molti più applausi ai 599 che si stanno comunque e soprattutto divertendo”.

Maurizio Mondoni, ex Responsabile Nazionale del settore minibasket della Federbasket, insegnava che parlando ad un bambino bisogna mettere i nostri occhi al livello dei suoi, che ne pensi?

Questa è una cosa che nessuno tra genitori, istruttori, arbitri, dovrebbe mai dimenticare. Per noi vuol dire che è necessario abbassarsi un pochino, tornare alla nostra base, ovvero ritornare un po’ piccoli anche noi.

E questo ci permette di ritrovare quei valori che davvero contano non solo nello sport ma anche nella vita. E sono quelli dei bambini che anche in una sconfitta molto pesante sanno sempre sorridere ed essere felici anche magari per l’unico canestro realizzato. E questo è un aspetto che non dovremmo mai dimenticare”.

Pascoli diceva che ognuno deve saper tenere vivo il fanciullino che vive dentro di lui. Qual è allora il tuo fanciullino?

Quello c’è per fortuna, e i vari di agonismo non me l’hanno mai fatto perdere. Non appena mi sono reso conto che non mi divertivo più, che quella fanciullina mi stava abbandonando, ho deciso di smettere e mi sono dedicata al settore giovanile. Questo è il vero battito che c’è dentro di me. Spero di non perderlo mai. Venire a Verona mi ha permesso di ritrovarlo.

Forse si era solo abbassato, forse avevo bisogno di stimoli nuovi e qui al Buster ho ritrovato tutto quello che mi serviva. Sono convinta della mia scelta anche perché questa esperienza per me è una seconda giovinezza”.

Parole queste ultime che rivelano una persona decisa, sicura di sé ma anche conscia che serve sempre molto lavoro per avere risultati pur sapendo che il focus primario in uno sport è divertimento, soprattutto a livello giovanile e minibasket.

Per dovere di cronaca il Torneo è stato vinto dall’Aquila Basket Trento che in finale si è imposta per 48 a 30 su un coriaceo Petrarca Basket Padova.

Basket, una parola che affascina ancora molti ragazzini e che in momenti questi mi fanno dire sempre di più “I Love this Game”.

 
 
Davide Caldelli
Sono di Verona, nato il 15 gennaio, quindi Capricorno. Ho un temperamento deciso ma anche la giusta allegria per le origini senesi del nonno paterno. Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo conseguita con il massimo dei voti. Iscritto All’ODG del Veneto, nel tempo libero sono istruttore minibasket a Lugagnano. Scrivo per il Corriere dello Sport. Credo neello sport per tutti. Nel 2014 la mia passione mi ha portato a Sochi per seguire i Giochi Paralimpici Invernali. Amo il Teatro: Shakespeare in particolare. Mi piace il nuoto e quando posso vado in mountain bike. Sono sincero: dico sempre quello che penso. Sempre di corsa ma mi piace così.

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