Correva l’anno 1916.
“Correva” davvero, all’interno della cornice di quel “secolo breve“, il XX della storia dell’umanità seguìta dopo la morte di Gesù Cristo.
Nella “piccola” Verona, il 17 agosto di quell’anno ci lasciava Umberto Boccioni, esponente di spicco di quel glorioso movimento culturale, sociale e, in seconda battuta, anche ispiratore di gesta bellico-politiche che fu il Futurismo.
Per il pittore scaligero fatale risultò una caduta dalla cavalla su cui stava effettuando un’esercitazione militare, imbizzarrìtasi tutt’a d’un tratto alla vista improvvisa di un autocarro. Il tragico incidente avvenne in località ‘Sorte’, tra Chievo e Boscomantico e a nulla valsero le cure dell’Ospedale Militare; l’appena 33enne morì il giorno dopo.
Memoria e ricordo sono, per fortuna, giunti ai giorni nostri senza ulteriori incidenti.
Questo anche grazie a persone come Massimo Mariotti ché, assieme ad un gruppo di amici – fra cui anche lo storico e scrittore Angelo Paratico – ha portato un’omaggio alla lapide del Boccioni – in località Sorte. Il pittore è sepolto presso il Cimitero Monumentale della nostra città.