La incidenza delle malattie infiammatorie croniche intestinali (malattia di Crohn e colite ulcerosa) è in costante aumento nei Paesi industrializzati, inclusa l’Italia, a causa della influenza esercitata dai fattori ambientali sull’organismo umano. Per questo motivo, la ricerca medica se ne sta occupando intensamente, consentendo enormi passi avanti in tema di comprensione dei meccanismi patogenetici del danno d’organo e, quindi, la scoperta di nuove strategie terapeutiche per la cura di queste malattie che accompagnano il paziente per tutta la vita.
Novità farmacologiche. Oggi la gestione di tali pazienti è notevolmente cambiata grazie alla disponibilità di nuove terapie con farmaci biotecnologici (anticorpi monoclonali), somministrati per via endovenosa o sottocutanea, e piccole molecole (inibitori delle Janus kinasi) che vengono somministrate per via orale. Queste nuove terapie bloccano in vario modo la cascata infiammatoria che conduce al danno della parete intestinale, sono in grado di indurre e mantenere la remissione di malattia con miglioramento della qualità di vita dei soggetti affetti. Ciò consente anche di personalizzare la terapia in base al profilo di rischio del paziente. Infine, bisogna menzionare la potenzialità di una nuova strategia terapeutica a base di cellule staminali mesenchimali nel trattamento della malattia di Crohn fistolizzante, la forma più aggressiva e invalidante. All’orizzonte, inoltre, ci sono nuove molecole in diverso stadio di sperimentazione clinica, anche qui a Verona.
Sintomi e fattori di rischio. Il quadro clinico è caratterizzato non solo da sintomi propriamente intestinali, ma anche carenziali (come anemia e osteopenia) e manifestazioni extra-intestinali, soprattutto a carico delle articolazioni e della cute. Il fumo di sigaretta è uno dei principali fattori di rischio non solo per l’insorgenza della malattia di Crohn, ma anche per la risposta alla terapia. Tra gli altri fattori di rischio, possiamo annoverare frequenti terapie antibiotiche soprattutto in età pediatrica, l’inquinamento ambientale e una dieta povera di fibre e ricca di cibi raffinati. Protettivi, invece, sarebbero il parto per via naturale, l’allattamento materno, il contatto con la natura e una dieta ricca di fibre e prodotti poco raffinati.
“Open Doors” a Verona. La presentazione interattiva di casi clinici, le importanti novità diagnostico-terapeutiche, ma anche uno sguardo al futuro con una lettura sull’ingegneria tissutale, saranno i temi trattati nella 6^ edizione del Congresso “Open Doors – Inflammatory Bowel Desease”, che si terrà a Veronasabato 9 settembre e vedrà la partecipazione di esperti provenienti da tutta Italia. L’evento, organizzato dalla U.O.C. Gastroenterologia B di Borgo Roma diretta dal Prof. Luca Frulloni, avrà luogo nella sede congressuale Lounge Arch in piazza Cittadella, 3. Il congresso, organizzato dalla professoressa Rachele Ciccocioppo, è gratuito ed è aperto a medici di medicina generale e specialisti, farmacisti e biologi, ai quali saranno anche accreditati gli ECM.
“Uno degli obiettivi dell’evento”, spiega la Professoressa Rachele Ciccocioppo, responsabile dell’Unità Malattie Infiammatorie Gastrointestinali, “è quello di favorire il dibattito e la creazione di un network locale tra le figure professionali che hanno in carico il paziente non solo per affinare e armonizzare le conoscenze, quanto soprattutto per migliorare la qualità di vita dei soggetti affetti”.