Lupi, ecco i dati delle predazioni del 2024

 
 

Oggi, in Sala Rossa del Palazzo Scaligero, sono stati resi noti i dati relativi alle predazioni da lupo rilevate dagli agenti della Polizia Provinciale scaligera nel corso del 2024.

Gli episodi, segnalati come riconducibili con certezza o presumibilmente al lupo, ai danni di animali registrati e di proprietà di aziende agricole nel veronese, sono stati 195, per un totale di 150 ovicaprini uccisi, 112 bovini, 14 equidi (per lo più asini) e 16 daini. Dati sovrapponibili a quelli del 2023.

L’area interessata da un maggior numero di casi resta la Lessinia, seguita dal Baldo.

La novità dello scorso anno ha riguardato l’intensificarsi degli eventi, soprattutto dal tardo autunno in poi, in pianura. I comuni coinvolti sono stati Buttapietra, Villafranca di Verona, Sommacampagna, Isola della Scala, Lazise, Isola Rizza e Concamarise, con un totale di 17 capi predati, per lo più ovicaprini. A questi vanno sommati 15 capi di un solo gregge uccisi, nell’arco di tre giorni all’inizio dello scorso dicembre, a Cadidavid, a sud di Verona.

I sopralluoghi della Polizia Provinciale sono necessari per l’avvio dell’iter di richiesta di indennizzo da parte delle aziende alla Regione.

“Per quanto riguarda la pianura – ha evidenziato il Comandante della Polizia Provinciale, Damiano Cappellari – le predazioni, considerate anche quelle recenti al Parco del Menago a Bovolone e a Bonavicina, al momento si concentrano nell’area centro-occidentale. Più che di un branco, potrebbe trattarsi di singoli o pochi esemplari. Il lupo è un animale opportunista e non guarda all’altitudine quando è alla ricerca di cibo. Buona norma, se si ha la possibilità di farlo, è mettere al riparo non solo gli animali da reddito, ma anche quelli d’affezione, dal tramonto all’alba”.

“Non mancano gli eventi nell’ambito comunale di Verona, in particolare nelle aree collinariperiferiche – ha evidenziato, a margine dell’incontro, il Presidente Flavio Pasini -. In tutto, nel 2024 le predazioni verificate dalla Polizia Provinciale hanno riguardato i territori di 28 comuni veronesi, 30 se aggiungiamo gli episodi di inizio anno a Bovolone e San Pietro di Morubio: il numero più alto di sempre. Buona parte si sono verificati di notte o nelle prime ore del giorno. Servono adeguate e nuove misure da parte dell’Europa, e poi degli Stati membri, per una migliore gestione del lupo al fine di tutelare le nostre aziende e i nostri territori. Va trovato un equilibrio che oggi, almeno nel veronese, non c’è. Gli strumenti di prevenzione sono utili, ma non applicabili e sostenibili da chiunque, sempre e ovunque. In alcuni casi, ad esempio, gli attacchi si sono verificati nonostante la presenza di persone e/o di cani da protezione. Li chiamiamo eventi o episodi predatori ma ormai andrebbero appellati come ‘quotidianità predatorie’, con in media un capo ucciso o disperso quasi ogni giorno dell’anno, senza contare quelli feriti”. 

“A questi numeri vanno sommate le 35predazioni nell’area del Parco della Lessinia, dove i sopralluoghi sono di competenza dell’ente Parco – ha aggiunto il Consigliere con delega alla Polizia Provinciale, Michele Taioli –. Gli attacchi hanno provocato anche la dispersione di 26 animali, soprattutto ovicaprini. Capi che spesso non si trovano più, aggiungendo danno su danno alle aziende agricole. Da parte nostra, cerchiamo di essere sempre più efficienti: abbiamo potenziato il corpo di Polizia Provinciale e impegnato risorse per dare al personale una nuova sede più adeguata, accessibile e dignitosa, individuata nell’ex commissariato di Polizia di Stato che andremo a riqualificare sempre in Borgo Roma, vicino alla sede attuale”.

“La Polizia Provinciale ha il compito di effettuare, entro 24 ore dalle segnalazioni degli imprenditori agricoli, il sopralluogo sulle presunte predazioni da lupo – ha ricordato il Segretario Generale della Provincia, Francesco Corsaro –. Uno sforzo considerevole, se sommato alle altre competenze in capo al Comando di via San Giacomo. Abbiamo perciò assunto, a fine dicembre, cinque nuovi agenti. Hanno, in media, 29 anni e sono quasi tutti laureati in discipline aderenti agli ambiti operativi e amministrativi della Polizia. Lo reputo un bel segnale: c’è tra i giovani e le giovani chi ancora ritiene importante un mestiere che fa della tutela dei territori e dell’ambiente il proprio obbiettivo”.

“La prima coppia di lupi in Lessinia è tornata nel 2012, da allora i territori di montagna hanno fatto esperienza, seppur difficile, della presenza del lupo, esperienza che manca totalmente in pianura – ha sottolineato Ivano Confortini, biologo della Regione del Veneto –. Qualche buona prassi da seguire c’è. Se si hanno animali in calore, vanno tenuti in una zona protetta anche di giorno. Bisogna evitare di lasciare cibo o rifiuti che possano attrarre i selvatici e infine, se si esce con il cane, è bene tenerlo sempre vicino e a guinzaglio”.