La notte (ma anche il giorno) porti Consiglio (Comunale)…
Altroché Giulietta&Romeo.
Al netto delle ovvie incompatibilità di ruolo, per la quale uno dei due non-sposìni dovrebbe vedersela con un travestimento tutto al femminile, nella cosiddetta “Città dell’Amore” rischia di concretizzarsi piuttosto un fratricidio di lunga, estenuante durata.
Da Roma tutto è tornato a tacere…e per fortuna.
Matteo Salvini, il principale sostenitore delle ‘nozze’ politiche tra Federico Sboarina e Flavio Tosi ha bollato nelle scorse ore come “madornale” l’errore in corso a Palazzo Barbieri di correre da soli, senza apparentamento ufficiale, con tutte le conseguenze di peso e di scacchiera che ben conosciamo in caso di vittoria del centrodestra.
Dall’altra parte i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, nonostante le voci (più di qualcuna) intestine e tormentate, si sono offerti in ultima istanza come garanti politici dell’accordo programmatico tanto richiesto da Sboarina e unica condizione per concretizzare la “remuntàda“ su Damiano Tommasi al ballottaggio di domenica prossima 26 giugno.
Da parte tosiana, invece, quest’ultima disponibilità “assicurativa” è stata ricevuta nel peggiore dei modi possibili, alimentando lo spettro dell’astensionismo lagunare fra i fedelissimi di Tosi, i quali hanno comunque fatto sapere – con inerzia percepibile – ché non voteranno “di certo” per il candidato di centro-sinistra.
Il quale, giustamente, può occuparsi di distendere con ancor più calma le pieghe della sua “rete“. Una Verona sempre più gialla e meno blù, a discapito dell’antico adàgio di Rino Gaetano e, forse, di quella maggioranza della città che si sente di centrodestra ma non si vuol vedere, Né fra gli stessi sostenitori e né allo specchio di casa propria, luogo necessario più che mai per un’urgentissima riflessione di carattere morale e di coscienza.
Chi ha orecchie, intenda.
Chi ha tempo (da perdere), aspetti almeno altri 5 anni.
Pepito Sbazzegùti.